Sessantuno tatuaggi. Era un vero cultore della materia, Ötzi. Iceman, l’uomo venuto dal ghiaccio, lo chiamano. E’ una mummia risalente a 5 mila anni fa, scoperta nel 1991 da due turisti di Norimberga che stavano facendo un’escursione sulle Alpi Venoste, in Alto Adige.
Ötzi ora è uno dei reperti archeologici più studiati al mondo ed è conservato in Italia, nel Museo Archeologico dell’Alto Adige.
I ricercatori dell’Eurac hanno scoperto, e contato, tutti i tattoo che compaiono nei resti di Ötzi.
Perché finora quei disegni erano stati collegati a sedute terapeutiche: “I tatuaggi sono realizzati in punti del corpo che in vita erano sottoposti a forti sollecitazioni e che, a causa del loro stato di usura, gli dovevano procurare forti dolori. Più che dei simboli, dunque, i tatuaggi di Ötzi attestano delle misure terapeutiche” si legge sul sito di Iceman.
Le novità sui tatuaggi di Ötzi sono state pubblicate in un articolo sul Journal of Cultural Heritage, a firma di Marco Samadelli, Marcello Melis, Matteo Miccoli, Eduard Egarter Vigl e Albert R. Zink.
Ötzi è diventato un reperto di culto, ha anche un profilo facebook dove vengono aggiornate le notizie che man mano i ricercatori scoprono su di lui, sul suo stile di vita. La mummia misura 1,54 m di lunghezza e pesa solo 13 kg. Era un adulto di sesso maschile; la sua struttura ossea rivela un’età di circa 45 anni. In vita era alto circa 1,60 m, una misura in linea con l’altezza media della popolazione del Neolitico. Era snello e il suo peso doveva essere di circa 50 kg. I capelli, caduti nel processo di mummificazione, erano scuri, ondulati e lunghi almeno fino alle spalle.