"Lo chiameremo IPIC o Cepsa", con una gaffe Florentino Perez annuncia il nuovo nome del Bernabeu

Florentino Perez (wikipedia.org)
di Giacomo Perra
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Giovedì 20 Novembre 2014, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 17:02

Qualcuno si è gia abituato all’idea da tempo. Che il mitico “Bernabeu”, stadio leggendario del Real Madrid, debba cambiare nome, d’altronde, è cosa nota non da oggi.

Ma sentir pronunciare il nuovo appellativo così a bruciapelo, in mancanza di un’ufficialità deve essere stato un brutto colpo per tutti i tifosi dei “blancos”. Per Fiorentino Perez, il megapresidente delle “merengues”, invece, si è trattato di una vera e propria gaffe. È stato lui, di fatto, pur non volendolo, a svelare al mondo quella che potrebbe essere la futura denominazione dell’impianto resa epico dalle gesta dei vari Di Stefano, Puskas, Zidane e Ronaldo.

Il “fattaccio” è accaduto durante la presentazione di un accordo commerciale tra la società spagnola e la Microsoft.

A un certo punto, pensando di essere a sufficiente distanza da microfoni e telefonini, Perez si è lasciato andare con Lucia Figar, ministro della Pubblica Istruzione, Sport e Gioventù della Comunità di Madrid, rivelando l’”irrivelabile”: «Lo chiameremo IPIC Bernabeu, Cepsa Bernabeu o come vogliono loro». Peccato però che nelle vicinanze del numero uno dei “Blancos” ci fosse una telecamera pronta a registrare tutto e a creare il "caso", oltre che lo scoop.

Inaugurato nel 1947 e chiamato con l’attuale nome nel 1955 in onore del grande presidente delle cinque Coppe campioni consecutive, il Bernabeu sarà ristrutturato prossimamente secondo un progetto che prevede un esborso di 400 milioni di euro e appunto il diritto per gli sponsor di ribattezzare la struttura. Tra i partner finanziatori, naturalmente, c’è anche la società Ipic - International Petroleum Investment Company -, compagnia di Abu Dhabi che possiede l’intero pacchetto azionario dell’impresa petrolifera spagnola Cepsa e da oggi - ormai quasi certamente - l’onore di poter unire la sua storia a quella dello stadio dei sogni. A meno che una nuova gaffe non rimetta tutto in discussione.