I nuovi cercatori d'oro, gli eredi dei "forty-niners" di metà Ottocento: a caccia di fortuna tra le sabbie aurifere della California

I nuovi cercatori d'oro, gli eredi dei "forty-niners" di metà Ottocento: a caccia di fortuna tra le sabbie aurifere della California
di Anna Guaita
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Domenica 31 Agosto 2014, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 12:35
La grande recessione del 2008 ha buttato sul lastrico centinaia di migliaia di americani: licenziamenti, investimenti evaporati, risparmi bruciati.

Guarda caso, mentre su giornali, riviste e tv si raccontava del dramma che strangolava il Paese, si scrivevano anche lunghe celebrazioni del 160esimo anniversario della corsa all'oro, cominciata in California esattamente la mattina del 24 gennaio 1848. Quella scoperta, compiuta da un capomastro che stava costruendo una segheria e che trovò varie pepite nei sedimenti di un torrente, scatenò la storica "corsa all'oro" che entro l'anno seguente portava in California oltre 100 mila cercatori, i "forty-niners" (quelli del '49) trasformando per sempre la sonnolenta regione occidentale. Le varie rievocazioni dell'anniversario hanno risvegliato lo spirito d'avventura di tanti americani, soprattutto di coloro che di colpo si erano trovati impoveriti dalla crisi, e a migliaia hanno comprato un biglietto di sola andata e sono corsi a cercare di nuovo l'oro. Il dollaro scendeva, la crisi si allargava, l'oro saliva di valore: la febbre era riesplosa.



LA SICCITÀ

Sei anni più tardi, si penserebbe che con l'economia di nuovo in crescita e il mercato del lavoro che ricomincia a tirare, i "cercatori" se ne sarebbero tornati a casa. Invece, un fattore nuovo è intervenuto non solo a mantenerli sul posto, ma a raddoppiarne le file: la storica siccità che ha colpito la California ha anche reso molto più facile andare alla ricerca di scaglie e pepite sul letto dei fiumi. Chi è arrivato in California nel 2009, non poteva avventurarsi nelle acque del San Gabriel, se non lungo le rive: oggi il fiume a sud di Los Angeles è ridotto a un torrente. Lo stesso succede in un'altra zona aurifera, lungo il Bear River, a nord di San Francisco. Bruce Meyer, che cerca oro da 14 anni, racconta che 4 anni fa l'acqua del Bear River era profonda almeno un metro e mezzo e correva troppo veloce per avventurarvisi, «ma ora - dice - ci sguazzo dentro senza pericolo». Praticamente tutti i fiumi che scendono dalla Sierra Nevada sono ai minimi storici. E se ciò è motivo di estremo allarme per agricoltori e cittadini, è invece causa di gioia per i cercatori: «Ora possono esplorare cave e gole che prima erano inaccessibili» conferma Kevin Hoagland, presidente dell'AssociazioneGold Prospectors of America.



La fotografa newyorchese Sarina Finkelstein aveva letto la storia dei nuovi cercatori d'oro in un articolo nel maggio del 2009. Poco dopo, anche lei arrivava in California con la sua macchina fotografica: «Avevo deciso di andare a cercarli» ha raccontato alla Bbc. Per quattro anni ha vissuto vicino alla nuova popolazione di cercatori, e alla fine ha prodotto un libro,The New Forty-Niners, che ne racconta la storia attraverso bellissime foto. Steve e Duane, Wild Bill e Martin, spiegano di non essere «dei senzatetto», ma di essere ex professionisti, operai, impiegati che hanno scoperto la «bellezza di vivere nella natura, e improvvisare». «Ho trovato gente che non voleva più stare dentro il cubicolo di un ufficio, che voleva andare là fuori, e lavorare, usare le proprie mani per cercare e trovare» ha confermato Sarina Finkelstein.



L’EPOPEA

La storia dei "nuovi forty-niners" ha anche generato un fortunatissimo programma tv,La Febbre dell'Oro, che si svolge in Alaska, ed è arrivato alla quinta stagione, registrando sempre un record di audience. Vari reportage, come quello sull'ultimo National Geographic, confermano come il fenomeno della siccità stia favorendo il perdurare di questa neo-febbre dell'oro. Il preside della facoltà di geologia della California State University di Sacramento, spiega: «La siccità ha assottigliato i fiumi, li ha ridotti a torrentelli, e i cercatori possono esplorarli perfino a piedi nudi». Il professor Tom Horner racconta anzi che anche alcuni suoi studenti, mentre facevano rilevamenti per motivi di studio, hanno trovato qualche pepita qua e là. Ma è bene chiarire che finora in questa rinnovata corsa all'oro nessuno si è arricchito. I più fortunati hanno raggranellato qualche migliaio di dollari, abbastanza per vivere, ma molto semplicemente. Come successe nel 1849, a ricavare i maggiori benefici sono coloro che offrono i propri servizi ai cercatori: le pensioni, le trattorie, gli spacci, e soprattutto i rivenditori del kit necessario a lanciarsi in questa avventura, che hanno visto un aumento delle vendite del 25 per cento.
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