Sanremo, vince Marco Mengoni
scatenati Elio e le storie tese

Elio "grasso" a Sanremo
di Marco Molendini
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Domenica 17 Febbraio 2013, 00:51 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 04:16

SANREMO - Il Festival, pi lo tiri su, pi ti tira gi. Nell’anno della canzone di qualit, alla fine vince Marco Mengoni, l’ex ragazzo di X Factor, rimesso a nuovo dalla factory di Gianna Nannini, ma arrivato alla fase finale con una canzone decisamente modesta e banalmente tradizionalista, L’essenziale.

MARGO MENGONI - L'ESSENZIALE

Marco Mengoni - L'essenziale on MUZU.TV

Un sussulto di novità c’è con il secondo posto dei demenziali, divertenti, scatenati Elio e le storie tese, con La canzone mononota, un pezzo a metà fra il gioco provocatorio e lo sfoggio strumentale che vince anche il premio della critica Mia Martini e quello per il miglior arrangiamento. Terzi i Modà con il pezzo più tradizionalista del lotto, Se si potesse non morire. È il frutto combinato del solito televoto, palla al piede che finisce inevitabilmente per premiare le canzoni più scontate, e della giuria di qualità, un ibrido fra musicisti e noti vari che riesce solo a far salire Elio, che il televoto aveva messo in bassa classifica, fino al secondo posto, ma trascura il pezzo più classicamente elegante, Sai di Gualazzi.

NESSUN LAMPO

Insomma, la cavalcata trionfale del Sanremo targato Fazio non si chiude con il lampo di cui avrebbe avuto bisogno. Peccato. Per una rassegna che si è fatto vanto dell’aver scelto la via della qualità, che ha aperto la serata finale facendo debuttare al Festival Richard Wagner (ma anche su Raiuno il grande compositore non aveva mai messo piede alle nove di sera e forse non era mai stato neppure nominato), il verdetto è deludente, anche se arriva dopo una settimana di successi. Ieri c’è stato perfino il timbro della salute economica, come ha fatto sapere il dg Luigi Gubitosi: ovvero il pareggio fra costi, 18 milioni compresi i 7 della convenzione col comune di Sanremo, e ricavi (pubblicitari).

LA CAVALCATA

Il risultato finale è arrivato dopo una lunga cavalcata musicale inzeppata di ospiti e di break pubblicitari (altrimenti il pareggio come arrivava?). Primo ospite il maestro britannico Daniel Harding che ha aperto, appunto, dirigendo la Cavalcata delle valchirie e poi la Marcia trionfale dell’Aida di Verdi (ricorrono i duecento anni della nascita di entrambi i compositori). Nuova escursione del Festivalone nei territori della grande musica, con tanto di chiacchierata. Una sorta di ticket purificatore prima di dare il via alla gara. Una notte lunga. Con Luciana Littizzetto che sbuca vestita da farfallona in una citazione della scena scandalo di un anno fa e spara subito: «Non sono Belen sono Belan». Con la presentazione della giuria di qualità presieduta da Nicola Piovani, con Beppe Fiorello a sostituire Neri Marcorè che aveva sostituito Carlo Verdone.

GLI OSPITI

Il primo ospite è la modella di turno Bianca Balti, bella, scalza e perennemente sorridente, anche quando inciampa nel lungo strascico. E poi c’è il bellissimo balletto di Lutz Forster su Leonzinho, un pezzo di Caetano Veloso (già partito intanto per il Brasile), coreografato da Pina Bausch. E, quindi, il monologo di Lucianina sui «non belli», e quello lunghissimo e di maniera di Claudio Bisio. L’ospitata di Andrea Bocelli accompagnato dal figlio Amos. La cantatina di Fabio & Lucianina: La coppia più bella del mondo. E poi il valzer finale con vincitori e vinti. Festival finito dunque. Fazio è partito nella notte. Stakanovista, oggi è di nuovo alla guida di Che tempo che fa su Raitre. Intanto la questione del Festival 2014 continua a ronzare nella sua testa. «Parlarne ora è davvero prematuro - ha detto - Ci vuole un tempo di decantazione per evitare di replicare cose già fatte».