Veneto: la sfida è tra Zaia, Moretti e Tosi

di Claudio Marincola
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Maggio 2015, 18:23
È il quartier generale della Lega Nord, un bunker difficile da espugnare per un centrosinistra che in Veneto ha sempre pagato dazio Le speranze di Alessandra Moretti, chiamata da Renzi a immolarsi, si fondano sulla crepa che ha scavato un abisso tra Liga e Lega. E sull'eretico Flavio Tosi, il sindaco di Verona che ha deciso i candidarsi sostenuto dai dissidenti del Carroccio, da centristi e forzisti moderati. I sondaggi della vigilia dicono che a spuntarla alla fine sarà Luca Zaia, il governatore uscente. Non dicono però cosa accadrebbe se non dovesse farcela.

Corre per rovesciare tutti i pronostici, baciato dal web, anche il candidato 5Stelle, l’imprenditore padovano Jacopo Berti. Gli spagnoli insegnano che tutto è possibile.



LUCA ZAIA

Poco più di un anno fa si dichiarò favorevole all’indipendenza veneta aderendo al plebiscito digale promosso dal Carroccio.In un impeto d'orgoglio local Luca Zaia, laureato in veterinaria, si spine a paragonareil Veneto alla Crimea. Questo non gli ha impedito di farsi apprezzare in passato come ministro alle Politiche Agricole e, come amministratore, da governatore di uscire illeso dalle inchieste sul Mose il consiglio regionale. Lo sostengono Lega nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia.



ALESSANDRA MORETTI

Il premier Matteo Renzi le ha chiesto di dimettersi da parlamentare Ue e di cercare l’impresa impossibile: sfidare il Carroccio in Veneto Alessandra Morelli, ex bersaniana, non si è risparmiata. Ormai da mesi evita accuratamente il gossip e gira in lungo in largo la sua regione. Vicentina, 42 anni, telegenica, non disdegna nel tempo libero il fitness ( e il rimmel). Senza troppe ipocrisie si candida come alter ego di Rosy Bindi nuovo volto del Pd, partito che in Veneto in genere fatica molto a prendere voti (anche se alle ultime europee ha incassato il 37,52%).



FLAVIO TOSI

Il sindaco di Verona punta sul voto degli indecisi e sui popolari, il nuovo centrodestra che ha preso le distanze dall'euroscetticismo di Matteo Salvini e strizza l’occhio ai liberal. Porta in dote la stima dei suoi concittadini, la condanna del lepenismo becero, malattia infantile del leghismo padano veneto. La sua idea di destra è un’altra. Tosi corre per testimoniare un dissenso che va oltre se stesso. Per tigna, direbbero a Roma.