Le ville di Roma senza bambini, con le siringhe e l'erba alta

di Paolo Graldi
1 Minuto di Lettura
Venerdì 26 Giugno 2015, 06:36 - Ultimo aggiornamento: 19:28
Sul “fronte del verde”, a Roma, siamo alla frutta. Un modo, se si vuole sbrigativo, per dire che si è toccato il fondo. Nella stagione che ci regala una città orgogliosa della sua vegetazione, alta o bassa che sia, ci ritroviamo a constatare un degrado mai visto prima, uno stato di abbandono che avvilisce ma fa anche rabbia. Il verde nobile sommerso dalla polvere, dai rifiuti, soffocato dalle erbacce che nascondono insidie di ogni genere, dalle siringhe dei tossicodipendenti alle esche avvelenate per i cani, fumi tossici sprigionati da roghi improvvisati. C'è chi li chiama barbecue!



Ventisette ville, documentava un'inchiesta in queste pagine, sono praticamente abbandonate nel periodo in cui curarle è un obbligo civile. Si pagano anche gli effetti di Mafia Capitale, quaranta gare a ditte esterne al Comune falciate dall'inchiesta, dovranno essere rifatte, altri contratti per manutenzione e vigilanza andranno rinnovati, il servizio giardini non ce la fa a reggere l'urto delle incombenze. Le mamme scrivono ai giornali spaventate: troppo rischioso portare i bambini a Villa Ada, al parco della Caffarella, a villa Paganini. L'assessore si scusa. Il sindaco ha altro a cui pensare. Appello accorato alle associazioni di volontari, che sono davvero volonterose: aiutateci voi. Avranno le chiavi delle ville, apriranno i cancelli, ripuliranno il verde pubblico. Il verde? Sì, sotto la polvere c'era il verde scintillante della primavera. C'era.



paolo@graldi.it