Gli accessi alle pensiline sono controllati da personale in divisa, con tanto di targhetta di riconoscimento appesa al collo e la scritta Trenitalia incisa sui giubbetti. Per oltrepassare i varchi occorre mostrare il biglietto o lo smartphone dove sono impressi i dati del viaggio che si sta per intraprendere. Gli addetti sono gentili ma determinati: chi è senza biglietto in mano non passa. Gli stranieri, specie i giapponesi, sono presi alla sprovvista per quel controllo inaspettato e frugano frettolosi nelle borsette a tracolla in cerca del “documento di viaggio”.
Dalla testa del binario alla carrozza il percorso è agevole, senza quel districarsi tra chi si offre di portare il bagaglio, chi propone mazzetti di calzini, accendini e ventaglini. Sulle carrozze sono scomparse anche le ragazze specializzate in borseggi. Col tempo il “filtro viaggiatori” andrà raffinato. Per esempio, se si deve accompagnare al treno un anziano a chi si chiede il permesso?
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