È stato il più famoso bandito sardo del dopoguerra. È conosciuto per le numerose evasioni (ventidue, di cui dieci riuscite) e per il suo ruolo di mediatore nel sequestro del piccolo Farouk Kassam. Dopo la liberazione, Mesina, tornato nella natia Orgosolo, ha intrapreso la carriera di guida turistica, accompagnando i turisti nell'esplorazione delle zone più impervie della zona, spesso teatro delle sue latitanze e delle rocambolesche fughe. Come per esempio sul Supramonte. Insieme ad altri due soci, nel 2007 ha aperto un'agenzia di viaggi a Ponte San Nicolò, in provincia di Padova.
Nel giugno 2013, a 71 anni, viene arrestato a Orgosolo. Secondo gli inquirenti, con la sua banda stava progettando un sequestro di persona: aveva già fatto un sopralluogo e fornito dettagli precisi sull’ostaggio ai suoi sodali, così come è emerso dalle intercettazioni. Inoltre è ritenuto dai magistrati di Nuoro capo di una potente organizzazione dedita a traffico di stupefacenti, furti e rapine. Dovrà rispondere peraltro di associazione a delinquere.