Quest'ultimo, liberato dopo il 25 luglio 1943, lavorò con Giuseppe Di Vittorio e Achille Grandi per la rinascita del sindacato. Il 10 settembre combatté a Porta San Paolo con i primi gruppi di resistenza socialisti a fianco dei granatieri, nel tentativo di contrastare l'ingresso nella Capitale delle truppe tedesche. Entrato in clandestinità, fu arrestato dalle SS il 13 aprile 1944 e condotto in via Tasso.
Nella notte del 3 giugno 1944, mentre gli alleati si accingevano adentrare da sud nella Capitale, i tedeschi in fuga caricarono su un autocarro Buozzi ed altri tredici prigionieri di Via Tasso per deportarli in Germania. Al momento della partenza, essendo il camion sovraccarico, Buozzi fu invitato a scendere ma preferì cedere il posto ad un altro prigioniero.
Dopo aver pernottato nei pressi di La Storta, presso il quattordicesimo chilometro della Cassia, all'alba del 4 giugno Buozzi e gli altri tredici prigionieri furono portati in aperta campagna e rinchiusi in una rimessa della tenuta Grazioli; nel pomeriggio furono tutti abbattuti con un colpo di pistola alla testa.