Violentata a turno e venduta come schiava
Il capo banda ha 17 anni

Il 17enne albanese a capo della banda (foto Francesco Toiati)
di Laura Bogliolo
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Giovedì 8 Marzo 2012, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 16:15
ROMA - Aveva imparato l'italiano, seguendo in tv quelle che lei chiama telenovela. Voleva lasciare quel paesino dell'Albania dove era cresciuta, voleva andare in Italia, trovare un lavoro per condurre una vita normale. Pap, io parto,vado in Italia aveva detto pi volte. Ma il padre non voleva. Maria (nome di fantasia), appena compiuti 18 anni, ha fatto la valigia e saluto il fratellino di quattro anni. Suo zio, 17 anni, si è offerto di accompagnarla in Italia. «Così stai al sicuro, partiamo insieme, non ti preoccupare» le aveva detto.



Segregata per 25 giorni a Centocelle. Ma Roma, la città che Maria aveva sognato tante volte, si è trasformata in un incubo. Venticinque giorni, venticinque giorni di violenze dentro un appartamento di Centocelle. Perché Maria non voleva prostituirsi e la pena per chi si rifiuta è solo una: subire violenze, notte giorno, violenze di gruppo. In dieci hanno abusato di lei, più volte, in quell'appartamento che si è trasformato in una prigione. Maria veniva accompagnata dallo zio, un vero boss della prostituzione a Roma, su via Cristoforo Colombo insieme ad altre ragazze. Doveva prostituirsi, stare zitta, «altrimenti – la minacciava lo zio – ammazziamo tuo fratello». Maria non voleva, provava a dire ai clienti che si avvicinavano che non voleva e per scoraggiarli gli proponeva tariffe altissime.



Faccia da bambina. Due notti fa Maria è stata scaraventata in strada da un'auto in corsa, una Golf nera. «Aveva l'aspetto di una bambina, piccolina – dice Maurizio Maggi, comandante del Gssu – aveva gli abiti strappati e lividi ovunque». Quell'incontro ha cambiato la vita di Maria. «Aiuto, aiutatemi, sono prigioniera, mi hanno violentata» ha gridato ai vigili del Gruppo sicurezza sociale (Gssu). La giovane è stata portata al comando. «Ci sono volute ore per tranquillizzarla – spiega Maggi – era terrorizzata, continuava a chiedere del fratellino e che l'avrebbero ammazzato se avesse parlato». Ma poi Maria si è fatta forza e ha iniziato a raccontare: «Mio zio, mio zio mi tiene prigioniera e mi fa prostituire». Maria ha dato nome e cognome del 17enne. I vigili, intanto, erano riusciti a prendere tre numeri della targa della Golf nera. «Abbiamo fatto le verifiche – aggiunge il comandante – ed è emerso lo zio era ricercato in tutto il mondo: su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale per omicidio, tentato omicidio, violenza e sfruttamento della prostituzione».



E' iniziata la caccia al capo della banda. Trentasei ore di appostamenti sotto casa del 17enne. Gli agenti hanno prima individuato uno dei cosiddetti luogotenenti dell'albanese dopo cinque ore di appostamenti. «E' sposato, la moglie e in cinta di cinque mesi e secondo le testimonianze della ragazza è stato lui il primo a violentarla - aggiunge il comandante - L'uomo, anche lui albanese, era tra l'altro colui che forniva i documenti falsi agli altri della banda, documenti di identità romeni». Gli agenti sono andati anche a casa del 17enne, ma era scappato. I vigili non hanno desistito, sono rimasti sotto casa e ieri sera, verso le 23, hanno fermatoil capo banda. «Una Smart appena ci ha visti ha fatto una manovra strana, l'abbiamo fermata e all'interno dell'auto c'era il ricercato e un altro uomo». Il 17enne aveva con sé documenti falsi, sempre di nazionalità romena.



«Ha gli occhi di ghiaccio – spiega Maggi – i suoi occhi fanno paura, è il capo cellula della mafia albanese a Roma e insieme ad altre persone gestiva un ampio traffico di prostituzione».



Comprata per 2mila euro. Maria adesso è in luogo sicuro. «Non vuole tornare in Albania – aggiunge il comandante – vuole farsi una nuova vita in Italia». E ha espresso un ultimo desiderio: «Liberate un'altra ragazza, una come me, che fanno prostituire sulla Cristoforo Colombo, ma non vuole: aiutatela». Questa mattina alle 4, gli agenti del Gssu hanno rintracciato la ragazza, 17 anni romena. Era stata violentata dal suo protettore più volte: l'aveva comprata per 2.000 euro.


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