La carabiniera riparte dal Comune: «Stavo per indossare la divisa ma uno stalker mi sparò»

La carabiniera riparte dal Comune: «Stavo per indossare la divisa ma uno stalker mi sparò»
di Michele Galvani
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Martedì 8 Ottobre 2013, 15:46 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 18:43
Vittima di stalking, viva per miracolo, sulla sedia a rotelle, mamma e moglie. Da oggi Filomena Di Gennaro, 35 anni, ex carabiniere a cui il 13 gennaio del 2006 l'ex compagno spar per gelosia, fa parte dello staff esterno di Luca Pancalli, assessore alla Qualità della vita, sport e benessere, assunta (a tempo determinato) per dedicarsi a progetti che aiutino in particolare donne e bambini (soprattutto portatori di handicap) a superare gli ostacoli di una città come Roma «che ha troppe lacune e barriere architettoniche», spiega lei.



LA SPARATORIA

Filomena, originaria di Stornarella (Foggia) a 19 anni si trasferisce a Roma per studiare psicologia. Poi, nel 2005 vince il concorso per diventare maresciallo dei carabinieri. Il suo sogno sta per avverarsi. Ma deve fare i conti con l’ex fidanzato Marcello, che non ne vuole sapere di troncare quel rapporto che va avanti da 11 anni. Prima le minacce, le telefonate, le liti. Poi, gli spari: lui la raggiunge a casa, lei scende e dopo l’ennesimo scontro verbale, l’uomo tira fuori una pistola. E svuota il caricatore. Filomena, per tutti Milena, crolla in un lago di sangue. A salvarla un carabiniere-istruttore conosciuto durante il corso - oggi suo marito - con cui avrà in seguito due figli. Ora Filomena non esita a definirsi «fortunata perché ho una bella famiglia e un lavoro ma il mio compito è proprio dare un contributo forte a chi ne ha più bisogno». La Di Gennaro si è insediata nell’ufficio di via Capitan Bavastro il 16 settembre scorso. «Pancalli cercava una persona disabile, ma anche una psicologa, che potesse aiutare chi ha problemi fisici a Roma. Io facevo al suo caso», commenta lei.



I PROGETTI

È piena di entusiasmo, Filomena. E di idee. «Già oggi (ieri ndr) abbiamo presentato la corsa progetto “Granfondo campagnolo di Roma”: domenica faremo una raccolta per aprire una casa che ospiterà le donne vittime di violenza». Lei sa cosa significhi: «Io cerco di partecipare a tutte le iniziative, anche nel nome di chi non ce l’ha fatta o di chi ha perso delle figlie. Siamo lasciate solo dallo Stato, chi commette un reato è libero, come il mio ex che ha scontato solo 7 anni. Io invece sono condannata all’ergastolo sulla sedia a rotelle. A tutte dico di denunciare, io stessa avevo sottovalutato dei chiari segnali». Di Gennaro anticipa che «stiamo pensando a dei corsi di auto-difesa personale, cosa che si concilia anche con lo sport, perché la finalità è quella di proteggere le donne utilizzando lo strumento dell’attività fisica. E poi vogliamo pensare a delle aree giochi per bambini portatori di handicap, loro sono i cittadini del domani». Sulla città e i disabili, ha pochi dubbi: «Anche nelle nuove zone ci sono troppe barriere, vogliamo garantire un’accessibilità per tutti».



GLI AUTOBUS

Capitolo mezzi di trasporto: «Io giro in auto, ho la patente speciale, il problema è chi va in autobus. All’altare della Patria c’è un nuovo capolinea, eppure le pensiline non hanno rampe di accesso né in entrate né in uscita». Tutto, come sempre dipende dai budget: «Se l’economia lo permette, visto che il sociale è ai margini, si possono fare tante cose. Come gli accessi ai monumenti: i turisti nei loro paesi sono abituati diversamente. Tutti possono entrare».