ROMA - Tra le mani una borsa dell’acqua calda, sulle spalle una coperta donata da una vicina. Quasi si accuccia su quella sdraio sistemata su un angolo del pianerottolo davanti alla porta di casa sua. Maria Lorenzi, 66 anni, da venti giorni vive in quel piccolo spazio di una palazzina di via Giovanni Palombini, zona Ponte Mammolo. Una domenica era uscita per andare a Ciampino dove vive la mamma novantenne malata. Martedì mattina la sua casa, i suoi ricordi non c’erano più.
«Hanno occupato il mio appartamento, cambiato la serratura e non mi fanno più entrare» dice Maria, vedova, nonna di sette bimbi, che dal 1985 viveva nella casa popolare con la famiglia. «Resto qui, non me ne vado: rivoglio la mia vita» dice con forza la signora ribattezzata dal quartiere «nonna coraggio» che ha denunciato tutto alle forze dell’ordine.
E sembra proprio che il caso di nonna coraggio non sia l'unico. Raccontano i vicini di Maria che tempo fa «una suora laica morì in un appartamento vicino: la notte alcune persone sono entrate in casa per occuparla, all'intenro c'era la nipote della donna terrorizzata per quello che era successo».
Per Maria è subito scattata la solidarietà dei vicini: «Posso andare al bagno da loro, mi offrono il caffé» dice Maria, volto stremato, cuore in affanno che rivuole la foto del fratello scomparso poco tempo fa, l’immagine del marito maresciallo della Marina e quel quadro appeso sopra il letto con la figura della Madonna. Maria scuote la testa se le chiedi se ha paura, poi sospira e spiega: «Quello che mi è successo è una grande ingiustizia ma devo trovare comunque la forza di resistere».
Nonna coraggio non vuole trasferirsi dalle figlie, si è trasformata nella sentinella della sua casa. «Ho paura che possano gettare dalla finestra tutte le mie cose» dice quasi tremando.
Cala la notte, nonna coraggio non si spaventa: si copre e spera che domani la sua vita le venga restituita.
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MARIA FINALEMNTE TORNA A CASA