Una visita alla stazione per capire la città

di Davide Desario
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Martedì 3 Marzo 2015, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 09:16
Ora, #stazione #termini,

guardate bene vedete il cappello blu

di chi abita questi cartoni.

#vergogna @romacapitaleTW




@gicvd



La stazione Termini è lo specchio della città. Un sindaco, tra i tanti impegni, dovrebbe trascorrerci almeno una giornata. Magari camuffato, senza staff al seguito. Forse capirebbe molte più cose dei romani e di tutti coloro che vivono questa città tanto bella quanto complicata.



La prima cosa che noterebbe, ca va sans dire, sarebbe l’invadenza delle bande di nomadi che assediano la stazione chiedendo insistentemente l’elemosina, pretendendo davanti una mancia per aiutare a fare i biglietti, cercando di borseggiare chi sale e scende dai vagoni. E si renderebbe conto che le vittime preferite sono anziani, donne e turisti disorientati. Tutti, dopo l’aggressione, maledicono Roma.



Si imbatterebbe in fiumi di pendolari che arrivano da ogni dove per lavorare anche per meno di mille euro al mese. E incrociando quegli sguardi stanchi il sindaco potrebbe conoscere meglio le loro esigenze.



Ma, forse, al sindaco basterebbe ascoltare i romani raccontare al cellulare la loro vita tra un treno regionale in ritardo e una metro che non arriva: quel negozio che non va più e che forse è meglio vendere ai cinesi che pagano cash; la scuola dove gli spacciatori sono più presenti dei bidelli; il laureato che non trova lavoro e pensa di emigrare in Inghilterra; il fuorisede che deve pagare l’affitto in nero a San Lorenzo; il preventivo del gommista per cambiare il cerchione ammaccato dalla buca.

Un giorno a Termini. Uno solo, tutto occhi e orecchie. Che sarà mai?



davide.desario@ilmessaggero.it