Roma e i fast food: la pubblicità va di traverso

di Davide Desario
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Martedì 26 Maggio 2015, 00:34
Ho appena dato indicazioni

a due vecchietti persi a Roma

Hanno concluso con: Signorì, se vuole

approfittà, noi stamo annà a magnà




@Rox_theFox_



C’è una Roma che esiste solo sui cartelli pubblicitari di ristoranti e fast food. È una Roma finta: senza traffico, senza doppie file, piena di parcheggi. Che si gira in un minuto. È una Roma che inganna chi non la conosce. Una città che punta a fregare il turista giocando sul suo appetito.



Così ti ritrovi sulla Cristoforo Colombo e ti imbatti in una pubblicità di uno dei più noti fast food che sostiene di essere a due minuti di distanza. Due minuti? In realtà si trova nell’altro senso di marcia, molto più indietro e per raggiungerlo bisogna passare un semaforo che scatterà almeno tre o quattro volte prima di permetterci di attraversare l’incrocio. Se tutto va bene di minuti ce ne vorranno almeno dieci e altrettanti per parcheggiare bene auto o moto (con i mezzi pubblici bisognerebbe partire il giorno prima). Peggio ancora sulla Portuense, l’Appia e la Aurelia o in Prati. Lì, a certe ore, per raggiungere nei tempi annunciati il proprio cheeseburger servirebbe l’elicottero.



Poi ci sono i ristoranti e le pizzerie del centro che mettono, come vogliono, cartelli doppiamente scorretti, con le indicazioni non del locale ma dei monumenti più belli. Così deviano i percorsi dei turisti e soprattutto i soldi verso la strada del loro ristorante. Ci sono certi angoli in via del Tritone dove le frecce dei cartelli per Fontana di Trevi puntano in tre direzioni diverse. Eppure nessuno dice nulla. Ecco, un Comune efficente dovrebbe perseguire queste pubblicità ingannevoli: fanno male ai turisti ma anche all’immagine della città.



davide.desario@ilmessaggero.it