La storia del mondo dipinta su un muro

La storia del mondo dipinta su un muro
di Pietro Piovani
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Mercoledì 28 Ottobre 2015, 22:47 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 02:54
Il passato ed il futuro possono essere anche "blu"! Un grazie a chi si muove per dare grazia e senso al nostro quartiere.
Museo di Casal de’ Pazzi


Nei giorni scorsi a Rebibbia è successa una cosa molto bella. Uno degli artisti di strada più apprezzati nel mondo, conosciuto con il nome di Blu, ha dipinto il muro di un palazzone alto sette piani. Non è certo il primo graffito che compare in periferia, anzi si può dire che negli ultimi anni Roma è diventata una capitale europea dell’arte urbana. Ma questa volta è stato emozionante seguire la nascita del murale, e il merito va al comitato di quartiere Mammut e al museo di Casal de Pazzi, che su Facebook hanno documentato quasi giorno per giorno il lavoro del pittore.

Nelle fotografie si vede l’artista legato a due funi, sospeso a quindici metri da terra, con un rullo da imbianchino in mano. I primi giorni sulla parete del palazzo c'era solo uno sfondo colorato, su cui si è cominciata a delineare una specie di spirale. Sulla spirale poi sono comparse le prime figure: pesci preistorici, seguiti da anfibi, dinosauri e altri rettili, poi gli uccelli, i mammiferi, finalmente i primi ominidi, l’homo sapiens cacciatore, quindi agricoltore, le prime città, le piramidi, i templi classici...

A quel punto tutti, nel quartiere e sul web, hanno cominciato a chiedersi come si sarebbe conclusa la storia. Lo abbiamo scoperto lunedì, ma non è un lieto fine: dopo la comparsa delle fabbriche, i grattacieli, le centrali nucleari, ecco che la spirale si frantuma, e la civiltà umana in macerie precipita dal settimo piano giù nell’abisso.

Il messaggio non sarà originalissimo, ma il fascino visivo del dipinto cattura chiunque ci si trovi davanti. È bello vedere come si può dare una vita e un’anima alla parete di un palazzo che un architetto aveva disegnato - chissà perché - senza neanche una finestra.

pietro.piovani@ilmessaggero.it