Sulla Roma-Lido tra un «forse» e un «circa»

di Marco Pasqua
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Domenica 5 Luglio 2015, 21:38 - Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 15:12
Tutti i giorni la stessa storia: ieri 40 minuti di attesa a Piramide

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Stazione Piramide, alla fermata della Roma-Lido c’è la solita ressa di chi aspetta di rientrare a casa dopo un giorno di lavoro e che su questa linea è ormai abituato al peggio. Stavolta, però, il caos è quello di una giornata di ordinaria follia. Frutto dell’indegna protesta (tutta da sanzionare e denunciare a chi dovrebbe garantire il diritto dei cittadini alla mobilità) del personale contro il piano di produttività di Atac, che aumenta il monte ore di lavoro e introduce l’utilizzo del badge anche per i macchinisti.



Qualche turista si aggira spaesato su quelle banchine che strabordano di un’umanità sudata e stremata dall’afa tropicale e che sa di dover affrontare un viaggio in un carro bestiame. Qualcuno cerca di chiedere lumi al personale di stazione. «Il prossimo treno parte alle 17.30?», chiede un anziano signore. «Dovrebbe, ci sono buone probabilità che la corsa non salti», gli risponde, senza neanche un filo di vergogna, l’omino in divisa.



Sul suo sito, intanto, l’Atac annuncia «ritardi» ma, soprattutto, una «frequenza di 30 minuti circa».
E in quel «circa» c’è tutta l’assurdità di una protesta per la quale gli unici a pagare le conseguenze sono romani e turisti. A questi ultimi andrebbe spiegato, con l’imbarazzo che prova chi crede ancora di vivere in una capitale (moderna?), che sulla Roma-Lido gli orari di partenze e arrivi non sono mai da prendersi alla lettera, ma soggetti a modifiche impreviste e non annunciate. E non basta certo un imbarazzantissimo «circa» a salvarci dalla vergogna.