Roma, compravano ragazze da famiglie in Romania e le facevano prostituire in strada

Roma, compravano ragazze da famiglie in Romania e le facevano prostituire in strada
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Venerdì 27 Marzo 2015, 12:59 - Ultimo aggiornamento: 13:01
Compravano ragazze dai 19 ai 26 anni direttamente da famiglie in difficoltà in Romania. Pattiuivano una percentuale con i mariti o i fidanzati delle ragazze. E poi le portavano a Roma per farle "lavorare" in strada. Alle prime luci dell'alba, i Carabinieri della compagnia di Tivoli hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Roma, su richiesta della direzione distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 cittadini romeni (due uomini ed una donna), ritenuti responsabili a vario titolo di aver costituito un'organizzazione criminale dedita alla tratta di esseri umani ed allo sfruttamento della prostituzione.



L'indagine, convenzionalmente denominata «Hybris», intrapresa a partire dal mese di Marzo 2014 al fine di arginare il dilagante fenomeno della prostituzione di ragazze dell'Est Europa lungo la Via Tiburtina, nel quartiere romano di Settecamini, ha permesso di individuare un'associazione per delinquere, costituita dai tre indagati e da altri individui residenti all'estero, finalizzata alla tratta dalla Romania all'Italia di giovani donne da avviare alla prostituzione, nonché allo sfruttamento.



Il meretricio in particolare, che vedeva coinvolte numerose ragazze di età compresa tra i 19 ed i 26 anni, si svolgeva quotidianamente, nelle ore serali e notturne, lungo la via consolare. Le giovani donne da avviare alla prostituzione venivano reclutate dai due uomini direttamente in Romania, tra famiglie in stato di grave disagio economico, dove i malviventi effettuavano una vera e propria contrattazione con i mariti ed i fidanzati al fine di spartire gli utili dell'attività di meretricio.



La donna indagata, invece, si occupava di raccogliere dalle ragazze i proventi della loro attività, nonché di istruirle mostrando loro le postazioni dove adescare i clienti, acquistare loro abiti succinti ed insegnare i trucchi del mestiere per attirare l'attenzione dei clienti ed aumentare i profitti. Dopo un primo periodo di prova, laddove le ragazze non fossero state ritenute idonee allo svolgimento di tale attività, venivano rimandate in Romania ovvero vendute ad altre organizzazioni criminali operanti nel territorio nazionale.



L'organizzazione ancorché composta da poche persone aveva una struttura stabile con la disponibilità di appartamenti dove ospitare le ragazze e mezzi per accompagnarle nei luoghi dove prostituirsi che da quanto emerso nel corso delle indagini erano oggetto di una vera e propria spartizione territoriale con altre prostitute. Tra le conversazioni registrate dai carabinieri, anche una in cui uno degli appartenenti all'organizzazione parla con il compagno di una delle prostitute in relazione all'aborto della ragazza, che non le permetterà di prostituirsi per alcuni giorni con successiva perdita di denaro.



«Vado a fare l'aborto lunedì qui?», chiede il compagno di una delle ragazze. «Sì - risponde uno degli arrestati - sì se vuole si, ma che dopo non stia molto a casa e...
non so io per quello dicevo. Ho detto che non è bene e per quello...sono soldi investiti ... e ho pure io bisogno.. e hai pure tu bisogno .. e sono soldi investiti e io non voglio investire per poi stare e non avere niente».
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