Pronti a difendere la spiaggia nudista fino all'ultimo granello di sabbia. I frequentatori dell'oasi naturistica di Capocotta non ci stanno e continuano a lottare contro la decisione del comune di Roma che vorrebbe abbattere il chiosco autorizzato nel 1999 quando a Ostia venne riconosciuta la prima spiaggia naturista d'Italia. Lo spirito è lo stesso delle battaglie di quegli anni e gli appassionati del sole integrale non ci stanno all'ennesimo attacco nei loro confronti. «Se siamo qui è proprio grazie ai gestori del chiosco bar - spiega Lorenza Spadini, presidente dell'associazione naturista oasi di Capocotta - loro offrono servizi in grado di fornire quel minimo comfort che non faccia sentire il peso di un ghetto su questi 250 metri di arenile. Dov' erano le istituzioni quando l'erosione qui ha divorato la costa?».
«Sono stata proprio io a comprare i sacchetti di sabbia - commenta Veronica Ciotoli, gestore della struttura - per salvaguardare la spiaggia e tutelare il paesaggio dunale.
Tra i nudisti, oltre alla raccolta firme, è partita anche una petizione on line su change.org e in molti hanno già aderito. L'amministrazione non sembra tentata in nessun modo a fare un passo indietro anche se qualcuno, tra gli utenti dell'oasi naturista, suggerisce un ridimensionamento del chiosco bar. «Così grande - sostiene uno degli habituè - occupa troppo spazio, magari con una riduzione nella metratura si può trovare il giusto compromesso».