Il giro del mondo in barca a vela, con due galline e un orto biologico: l'impresa di Matteo Miceli

Il giro del mondo in barca a vela, con due galline e un orto biologico: l'impresa di Matteo Miceli
di Laura Larcan
2 Minuti di Lettura
Martedì 14 Ottobre 2014, 21:10 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 00:02

Un velista “green” solitario in giro per il mondo. Una barca a vela dotata di orto biologico e pannelli solari calpestabili. Un diario di bordo che prevede zero scali per rifornimenti, e zero combustibili fossili, oltre a due galline, LaBionda e LaMora, come compagne di viaggio (anche perché hanno già affrontato il mare aperto in numerose occasioni). È pronto a partire l’eco-velista Matteo Miceli domenica 19 ottobre alle ore 12 dal porto di Riva di Traiano a Civitavecchia, con l’imbarcazione ECO40.


Miceli è il protagonista (già record del mondo di traversata atlantica, velista dell’anno 2007 e medaglia d’oro al valore atletico-sportivo 2010) del progetto patrocinato dall’università La Sapienza di Roma e dalla Regione Lazio dal titolo “Roma Ocean World”.

Obiettivo, battere tre record: compiere il primo giro del mondo in solitario senza combustibili fossili a bordo e quindi in autonomia energetica (Matteo cucinerà solo con dispositivi elettrici, in particolare forno, microonde e bollitore), il primo giro del mondo in solitario in autonomia alimentare, e il primo giro del mondo in solitario dall’Europa con un Class 40.

Non a caso l’imbarcazione funzionerà da autentico laboratorio galleggiante per rilevare onde di vento oceaniche, analizzare le condizione meteo-oceanografiche incontrate e verificare l’assetto della barca nel tempo. Il tutto per circa 27mila miglia nautiche, e una rotta che punta a doppiare i “Tre Capi”, quello di Buona Speranza, Capo Lewinn e Capo Horn, circumnavigando l’Antartico.

La barca è alimentata da pannelli fotovoltaici calpestabili, due generatori eolici e due idroturbine a immersione. Quanto all’alimentazione del suo comandante, è assicurata da un orto biologico, illuminato artificialmente, irrigato con acqua di mare desalinizzata e fertilizzato con un compost marino prodotto a base di alghe. Un “minimondo”, come lo chiama Miceli, che vanta dispositivi e strumentazioni progettati in collaborazione con la Sapienza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA