Warhol in mostra a Roma, il meglio del genio del pop a Palazzo Cipolla

Warhol in mostra a Roma, il meglio del genio del pop a Palazzo Cipolla
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Giovedì 17 Aprile 2014, 17:33 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 23:14
C' una delle quattro "Shot Marilyn'', ci sono i ''Red Elvis'', i 'Mao, i primi ''Flowers'',le immancabili ''Campbell's Sup'' e persino le ''Ladies & Gentlemen'', la serie dedicata alle Drag Queens di New York. Chi vuole conoscere il percorso artistico di Andy Warhol





è fortunato: a Roma, in una sola grande monografica, ora potrà trovare un sostanzioso spaccato della parabola creativa dell'imperatore della pop art. La Fondazione Roma Museo presenta, a Palazzo Cipolla dal 18 aprile fino al 28 settembre, 150 opere dell'artista americano tutte provenienti dalla Brant Foundation di Peter Brant, amico intimo di Warhol e noto collezionista.



«Questa mostra - spiega Ellison Brant, direttrice della Fondazione e figlia di Peter Brant - non è solo la





storia di una grande amicizia, quella tra mio padre e Warhol, ma anche la storia di una enorme passione che portò mio padre a credere nelle opere di questo artista fin da quando ancora non era conosciuto da nessuno».



L'esposizione, reduce dal successo della tappa milanese a Palazzo Reale dove è stata visitata da 225mila persone, racconta tutto il percorso professionale dell'artista americano presentandone i capolavori di ogni periodo artistico. «È un'occasione rarissima per il pubblico -dice Francesco Bonomi, curatore dell'esposizione insieme a Peter Brant- di poter vedere uno dei gruppi di opere più importanti dell'artista americano, raccolte non da una persona qualunque ma da un collezionista che era amico intimo dell'artista e che ha condiviso ocn lui gli anni artisticamente e culturalmente più vivaci della New York degli anni '60 e '70. Lo spirito con cui Warhol dipingeva queste opere - spiega Bonomi - è molto simile a quello con cui Giorgio Morandi dipingeva le sue bottiglie. Eppure le stesse persone che storcono il naso di fronte alle Campbell's di Warhol non avrebbero mai il coraggio di mettere in dubbio che le bottiglie dipinte da Giorgio Morand sono arte». Eppure, sottolinea il curatore, «Warhol come Morandi cercava nella dispensa di sua madre qualcosa da dipingere nella quale tutti potessero identificarsi».



L'esposizione prende l'avvio dagli anni Cinquanta, quando Warhol debutta nella commercial art e tocca tutti i periodi più importanti della sua carriera. Dal lavoro per un famoso negozio di scarpe trarrà l'idea delle celebri scarpette a foglia d'oro che campeggiano in apertura della mostra. Uno dei pezzi di punta dell'intera collezione Brant è costituito dal bellissimo ritratto di Liz Taylor del 1963 (''Early Colored Liz''); l'attrice, insieme ad Elvis e a Marilyn, costituisce una delle icone della società americana del tempo che Warhol seppe trasformare in indelebile immagine pop. E sono proprio due quadri di Marilyn a contribuire a comporre il piatto forte dell'esposizione: quei primi piani che Warhol iniziò a raffigurare dopo la morte della diva, nel 1962: una è la ''Marilyn Liquirizia'' (1962), l'altra una delle 4 ''Shot Marilyn'' del 1964. La serie ''Shot'' prende il nome dai colpi di pistola sparati una mattina in studio sui quattro dipinti da un'amica del fotografo Billy Name, che era stata fatta entrare dopo aver chiesto di poter fare uno ''shot'' (che in inglese significa allo stesso modo 'sparò e ''scatto''). In mostra altre super icone di Warhol, come le prime ''Campbell's Sup'' e ''Coke'', insieme a ''Disaster'', le ''Brillo Box'' e i primi ''Flowers'', del 1964. Esposto anche un immenso ''Camouflage'', del 1986, stesso anno in cui l'artista rese omaggio a Leonardo Da Vinci con ''Last Supper'' (L'ultima cena), che nell'allestimento fronteggia, nella stessa sala, proprio il Camouflage.
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