Quadraro, l'arte di Ron Enghish sui muri per rilanciare il quartiere

Ron Enghish
di Alice Martinelli
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Mercoledì 9 Ottobre 2013, 19:01 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 13:58

ROMA - Verde smeraldo, blu, giallo e bianco. la tavolozza dei colori di Ron English, street artist americano di fama internazionale, approdato a Roma per portare sui muri del quartiere Quadraro "non un po' di America... Ma un po' di me", afferma sorridendo.

La sua ultima opera è un tassello di un piano di riqualificazione dell'area, "Il Progetto Muro" come spiega David Vecchiato, che ne è ideatore e curatore: "E' un'idea nata nel 2010 proprio qui, al Quadraro, con l'obiettivo di creare una mappa di murales, un museo all'aperto. Anche con scopi turistici quindi, per dare una nuova identità a questo quartiere".

L'opera di English, riveste di colori un grande muro bianco in Via dei Pisoni. Unisce il volto corrucciato di un bambino con un enorme corpo verde, proprio come quello dell'incredibile Hulk. Poi, un Mickey Mouse con una maschera antigas. "Topolino è il simbolo della cultura pop americana, che si diffonde in tutto il mondo - spiega - ma ha una maschera sul volto, il che gli permette di contaminare tutte le altre culture riuscendo però a non essere contaminato a sua volta".

Il significato di questo disegno? Preferisce che, a darlo, sia chi lo guarda. "Ed è questo il difficile: fare in modo che ciascuno di voi possa vederci qualcosa di personale, qualcosa che ha un significato per sè stessi" risponde. Ma, alla domanda successiva non esita un attimo: "E' la rinascita delle periferie, proprio come in America".

E rimane in silenzio un secondo English, questo texano di Dallas con i jeans schizzati di vernice. È considerato l'erede di Andy Wahrol, il nuovo artista che fonde Pop e Street, salito alla ribalta nel 2008, quando il suo disegno di un Obama-Lincoln è divenuto simbolo della campagna elettorale del presidente americano democratico.

Alle domande dei curiosi spiega perché i personaggi principali siano così colorati e diversi rispetto allo fondo: "Spesso alle persone piace farsi fotografare accanto a questi murales: con questa tecnica di disegno, se vi mettete davanti alle figure intorno alle 3 del pomeriggio, avrete l'impressione di essere lì con loro. Nella foto sembreranno uscire dal muro, come se fossero tridimensionali".

English ricorda come sia cambiata la considerazione di questa forma d'arte povera, ieri figlia di quartieri degradati, oggi protagonista di format televisivi: come questa sua opera, a cui verrà dedicata una puntata di Sky Art, in onda il 3 dicembre.

"In passato questi disegni erano visti come forme di degrado - racconta English - Adesso non è più così, perché qualcuno ci ha creduto" E ripercorre, come una favola la storia dei primi graffiti, segni indesiderati sui muri delle fabbriche del Design District di Miami, una zona al tempo malfamata, regno di spaccio e delinquenza. "I ragazzi, i cosiddetti graffitari - dice - facevano disegni che non erano per niente belli, ma solo perché avevano poco tempo: se li avessero scoperti, li avrebbero fatti arrestare", continua English davanti al suo murales, sul quale ormai deve mettere solo la firma.

Ma poi, un giorno, un uomo decise di cedere il muro della sua fabbrica a un ragazzo per farglielo dipingere. E lì, é cominciato tutto. "È come quando coltivi un campo dandogli l'acqua. Se spunta un po' di erba e la tagli subito non saprai mai cosa sarebbe potuto nascere. Quell'uomo invece, ha aspettato, ha dato a quei ragazzi la possibilità di esprimersi: da quel campo sono nati dei fiori". Poi si gira, prende il pennello e una ciotola di plastica grigia: "English". La sua firma, l'unica cosa che mancava, ben visibile in stampatello accanto a un piccolo alieno giallo.

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