Chiude il museo della Civiltà Romana: sale interdette per violazioni alle norme sulla sicurezza

Chiude il museo della Civiltà Romana: sale interdette per violazioni alle norme sulla sicurezza
di Laura Larcan
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Venerdì 24 Gennaio 2014, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 13:53
Pensare che sul famoso portale Tripadvisor, tanti viaggiatori hanno commentato che il suo patrimonio assolutamente da non perdere

Invece, ancora tre giorni e poi il Museo della Civiltà Romana chiuderà. Dal 28 gennaio la Sovrintendenza capitolina ha disposto «una interdizione» delle sale fino a data da definirsi. Mercoledì mattina gli ispettori del Ministero del Lavoro si sono presentati all’ingresso su largo Agnelli per verificare lo stato degli adeguamenti richiesti, secondo le prescrizioni normative, nel corso dell’ultimo sopralluogo compiuto a fine ottobre.



Sul posto sono arrivati subito il direttore del museo, nonché sovrintendente ad interim Claudio Parisi Presicce, e l’Assessore alla Cultura Flavia Barca (entrata da una porta di servizio). La ricognizione ha confermato le «inadempienze». Gli ispettori hanno così verbalizzato che le violazioni riscontrate nei mesi scorsi non sono state sanate, ad eccezione dei correttivi al Planetario (tra uscite d’emergenza e segnaletica). Risultato, chiusura del Museo (tranne la sala del plastico) e apertura del Planetario. E c’è già chi scommette che si sia intervenuti per favorire solo il Planetario (visto che fa i numeri) a scapito del museo.



«Sarà una interdizione parziale, che va intesa come un segnale di attenzione verso questa struttura che si porta dietro da anni grandi problemi - dice la Barca - Inizieremo i lavori di adeguamento e nel frattempo le sale aperte saranno visitabili gratis». Certo, la chiusura in extremis del museo aiuta anche a risolvere lo spettro della denuncia penale che pende sulla direzione in mancanza di adeguamento alle norme: le «porte chiuse», infatti, bloccano l’iter del procedimento.



LA DENUNCIA

La preoccupazione rimane alta: «Le nostre sollecitazioni sono rimaste inascoltate - dichiara Natale Di Cola segretario della Cgil Funzione pubblica di Roma e Lazio - Il direttore Parisi Presicce e l'assessore Barca, a cui abbiamo scritto più volte, non ci hanno incontrato. Oggi, al loro posto, parlano gli ispettori che obbligano al rispetto della legge chi quel posto fino ad ora lo ha gestito con troppa leggerezza. Non vorremmo che questo modo di agire, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali, insieme ai consistenti tagli già annunciati al settore cultura, costituiscano le basi della politica di questa nuova amministrazione». Intanto, da martedì, via al trasloco del personale. E bye bye ai colossali calchi della Colonna Traiana.

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