Si andranno ad aggiungere alle trenta spedite nei giorni scorsi dalla commissione disciplina della polizia locale. L’inchiesta interna coordinata dal comandante Raffaele Clemente e dalla vice Raffaella Modafferi continua dunque a lavorare di gran lena. Sono oltre trenta le nuove posizioni finite nel mirino e quindi a rischio sanzioni. Così come si allarga la platea dei 90 casi sospetti la notte dell’ultimo dell’anno. «L’inchiesta è molto fluida: entrano ed escono agenti», trapela dal Campidoglio dove l’ordine rimane bocche cucite per non esasperare ancora di più gli animi.
I RISCONTRI
In questi giorni gli 007 di Clemente stanno usando diverse tecniche investigative per capire come sia stato possibile un’assenza record, come quella dell’83%, il 31 dicembre. Si incrociano dunque i certificati medici inviati a pioggia, ma si stanno svolgendo verifiche anche nei confronti dei medici di base che li hanno rilasciati, forse troppo a cuor leggero. Così come si indaga su chi ha usufruito dei permessi della legge 104 (il 10% degli assenti) e chi ha scelto proprio quella giornata per donare il sangue (l’8%).
Clemente va spedito come un rullo compressore e ripete a chiunque lo cerchi: «Parlerò solo con gli atti». Che hanno già prodotto l’apertura di trenta procedimenti disciplinari e altrettanti scatteranno nelle prossime ore. O al massimo entro il week-end. Anche perché come ha detto anche il vicesindaco Luigi Nieri: «L’inchiesta non è finita, stiamo vagliando altre posizioni». Il grosso delle contestazioni, al momento, ruota intorno alla reperibilità: gli agenti più in difficoltà sono quelli che non sono riusciti a produrre un certificato medico, chi si è rifiutato di prendere servizio e chi non si è fatto trovare. Il lavoro della commissione interna del Campidoglio si svolge in tandem con i funzionari del ministero della Pubblica amministrazione, inviati da Marianna Madia appena scoppiato il caso.
I VERTICI
Con il sindaco ancora in ferie nelle campagne di Boston - ritornerà a Roma sabato - la patata bollente è nelle mani di Nieri. Che questa mattina prima parteciperà al comitato sulla sicurezza e l’ordine pubblico in Prefettura e poi, dopo un’ora e trenta, riceverà i sindacati confederali per discutere del contratto decentrato. Proprio la riforma del salario accessorio dei dipendenti capitolini - insieme alla turnazione - è il casus belli del braccio di ferro tra caschi bianchi e Comune. Il nuovo contratto integrativo è entrato in vigore dal primo gennaio e in maniera unilaterale. Le trattative si sono interrotte la vigilia di Natale.
Il Comune è pronto a migliorare il salario accessorio - legandolo sempre alla produttività senza indennità a pioggia - «venendo incontro alle varie categorie di dipendenti, vigili compresi, migliorando allo stesso tempo il servizio ai cittadini». Oggi si riapre la trattativa, con la scure di altri provvedimenti disciplinari pronti a scattare per i caschi bianchi.
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