Roma, vigili assenteisti, permessi familiari beffa: nei guai anche i medici che hanno firmato

Roma, vigili assenteisti, permessi familiari beffa: nei guai anche i medici che hanno firmato
di Michela Allegri
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Domenica 3 Maggio 2015, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 09:44
C'è un nuovo filone nell'indagine sull'assenteismo record dei vigili nella notte di Capodanno: gli inquirenti faranno accertamenti anche sui permessi presentati dai caschi bianchi sfruttando la legge 104, per l'assistenza ad un familiare disabile, e su quelli relativi alle donazioni di sangue.



A quanto sembra, non tutti i certificati di assenza sarebbero regolari. Gli investigatori, per il momento, avrebbero infatti accertato anomalie in alcuni attestati dell'avvenuta donazione. In un caso, per esempio, un funzionario avrebbe compilato a penna il documento. In realtà, non si sarebbe mai sottoposto al prelievo perché sarebbe stato respinto dal centro di raccolta sangue, in quanto affetto da patologie cardiologiche. Sono bastate poche presunte ambiguità per spingere chi indaga a pensare che siano necessarie verifiche più approfondite.





I numeri dell'inchiesta sono stati ricostruiti nei dettagli. Gli agenti rimasti a casa nella notte di san Silvestro sono in tutto 803. Fra questi, 106 vigili hanno usufruito della legge 104, 33 non sono entrati in servizio grazie ad un permesso sindacale e 34 hanno fatto valere il congedo per una grave infermità di un parente. 80 persone hanno invece dichiarato di essersi sottoposte ad un prelievo. La loro posizione verrà vagliata dagli inquirenti una volta terminate le prossime tornate di audizioni.



I carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di piazzale Clodio, su delega dei pm Nicola Maiorano e Stefano Fava, stanno infatti interrogando a tappeto i medici autori di oltre 600 certificati sanitari considerati "ambigui".



LE IRREGOLARITÀ In quindici hanno già ammesso di aver compilato i referti senza aver visitato i pazienti che, poi, avrebbero utilizzato i documenti irregolari per giustificare la propria assenza. Per i camici bianchi in questione, è scattata l'elezione di domicilio. La conseguenza sarà l'iscrizione sul registro degli indagati con l'accusa di falso in certificazione.



Per i "pizzardoni" sospettati di aver sfruttato i tagliandi contraffatti, invece, è configurabile l'ipotesi di truffa. Il loro nome, insieme a quello dei medici che hanno firmato i tagliandi, potrebbe presto finire sul registro degli indagati. Sanitari e caschi bianchi farebbero compagnia ai tre agenti della polizia locale già accusati di tentata interruzione di pubblico servizio, per aver spinto alcuni colleghi a saltare il turno per l'ultimo dell'anno, attraverso i social network.



Secondo l'accusa, assentandosi in massa, i vigili avrebbero organizzato uno sciopero bianco non autorizzato per forzare la trattativa in corso con l'amministrazione sul salario accessorio.