Vigili, le misure anticontagio: circolare agli agenti per ridurre il rischio di contrarre malattie infettive

Vigili, le misure anticontagio: circolare agli agenti per ridurre il rischio di contrarre malattie infettive
di Davide Gambardella
2 Minuti di Lettura
Domenica 5 Ottobre 2014, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 12:30
Lavarsi bene le mani dopo aver starnutito. Persino dopo un colpo di tosse e dopo aver utilizzato il bagno. Usare guanti e mascherine. Evitare ambienti chiusi e, soprattutto, nessun contatto con sudore, sangue e altri liquidi organici delle persone sconosciute. E’ un crescendo di precauzioni igienico-sanitarie l’ultima circolare della Polizia Muncipale diffusa dopo il picco di «malattie della povertà», come le ha definite l’osservatorio dell’Istituto di Medicina solidale. Sono così rigide da scatenare quasi una psicosi per il potenziale contagio da virus che erano scomparsi in Italia da almeno 50 anni. E che oggi sarebbero tornati attivi dopo l’ingresso nel nostro di paese delle centinaia di migranti provenienti dall’Africa. In molti l’hanno già ribattezzata la «circolare anti-virus»: una sorta di vademecum per scongiurare il contagio da scabbia, epatiti, tigna e tubercolosi, che sono proprio le malattie in aumento.



LE PATOLOGIE

Dunque le patologie infettive veicolate dai grandi flussi migratori,e l’allarme ebola, fanno paura anche ai piani alti del Corpo della Municipale, tanto da stilare un decalogo di misure preventive da attivare tra i dipendenti operativi a maggior rischio di contaminazione. È per questo che nelle sette pagine della circolare distribuita lo scorso 26 settembre, si parla esplicitamente del «rischio derivante da esposizione ad agenti biologici ed ai parassiti umani», tratteggiando anche l’identikit di quei soggetti che presentano tosse persistente, evidenti alterazioni sulla cute - bolle o pustole – ed una profusa sudorazione.



L’ALLARME

L’allarme a Roma inizia a dilagare di pari passo con gli interventi straordinari scattati nelle ultime ore per le strade, dal trasporto di nuovi extracomunitari da un centro d’accoglienza all’altro, fino alle operazioni di controllo nei campi nomadi. Uomini e donne che operano in condizioni limite e che spesso finiscono in ospedale, come è accaduto giovedì mattina a due vigilesse del VI gruppo Torri. Erano impegnate in alcuni interventi di pulizia della struttura per i rom di via di Salone, quando sono state colte da malore. Una delle agenti è stata ricoverata al Policlinico Tor Vergata per una evidente intossicazione: il referto prescrive due giorni di riposo per lo stato di nausea ed il vomito. «L’emergenza però non è soltanto dettata dai campi rom – afferma il segretario romano del Sulpm, Stefano Giannini – è soprattutto accentuata dal gran numero di stranieri, e delle etnie più svariate, con cui ci troviamo ogni giorno ad operare. Questa circolare è inaccettabile, soprattutto perché si dimentica che i vigili urbani non vengono riconosciuti come una categoria a rischio». Secondo Giannini, inoltre, nella direttiva vengono elencati «senza alcun parere dell’Asl» quali sono le sostanze nocive per la salute, i virus e i batteri, «ma le misure per poter far fronte a queste infezioni sono irrisorie, se si considera che non possiamo girare tutto il giorno con mascherine e che nelle nostre auto mancano i vetri divisori previsti per le forze dell’ordine».