Roma, vigili del fuoco, rissa al concorsone: botte tra un candidato e un sindacalista

Roma, vigili del fuoco, rissa al concorsone: botte tra un candidato e un sindacalista
di Alessia Marani
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Giovedì 7 Maggio 2015, 06:07 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 17:39
“Pizzini”, schede precompilate e schiaffoni volati tra vigili e sindacalisti. Bufera sul concorso interno ai Vigili del fuoco per la promozione a capo squadra che si è svolto ieri mattina nei locali della Scuola antincendio di Capannelle. Centinaia i pompieri arrivati da tutta Italia per ottenere l'agognata qualifica dopo venticinque anni di lavoro in “prima linea” sulle partenze e un corso di formazione durato cinque settimane a Roma. Per sedare gli animi sono dovuti intervenire i carabinieri, i quali starebbero valutando se denunciare uno dei partecipanti per aggressione. La prova, comunque, per quanto fatto sapere dalla direzione generale, è stata dichiarata «chiusa» e valida dalla Commissione esaminatrice il cui presidente è l'attuale comandante provinciale di Venezia, Loris Munaro.



LA DENUNCIA Ma di certo non apre una pagina qualificante per il Corpo. «Già alla vigilia - spiega Costantino Saporito, Usb nazionale - c'erano dei strani sentori. Per fugare ogni possibile sospetto questa volta i singoli candidati, prima della prova che avviene attraverso quiz a risposta multipla, sono stati chiamati a estrarre dei colori in base ai quali sono stati poi assegnati i posti. A seconda dei posti venivano poi differenziate le schede. Ebbene - continua il sindacalista - è successo che una persona appena arrivata al suo posto si è trovata una scheda già compilata e che un vigile di Catanzaro sia stato sorpreso in possesso di un foglietto di carta con sopra scritte tutte le risposte. Qualche disguido può pure capitare, ma il vigile calabrese è stato allontanato. Ed è successo il parapiglia».



ONERI E ONORI Saporito, ieri fino alla tarda serata, è stato bersagliato dalle telefonate di vigili sconvolti per quanto accaduto. E tra i vigili di via Genova non si parlava d'altro. «Ma la cosa più sorprendente - aggiunge Saporito - è che a un certo punto un altro candidato di Napoli è venuto alle mani con un sindacalista della Uil e a quel punto sono stati chiamati i carabinieri».



La qualifica di capo squadra, in realtà, comporta più oneri che onori: un aumento di circa 30 euro in busta paga a fronte di un carico di responsabilità maggiore e una possibilità più alta di trasferimento. Negli ultimi anni il concorso è stato al centro di critiche e malumori per il gran numero di bocciati, «una ecatombe» secondo alcuni nonostante si tratti di professionisti formati “sul campo”.