Vigili assenteisti: a Capodanno un vero agguato corporativo

Vigili assenteisti: a Capodanno un vero agguato corporativo
di Antonio Galdo
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Venerdì 2 Gennaio 2015, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 12:43
Otto agenti su dieci assenti. Tutto in una notte, quella di Capodanno, la più delicata per la sicurezza dei cittadini, messa a rischio da un vero e proprio agguato corporativo.



I vigili romani hanno iniziato l’anno nel modo peggiore mostrando il volto di una categoria refrattaria a qualsiasi cambiamento e pronta a utilizzare ogni strumento per difendere i privilegi. Per avere conferma su una forma di protesta strisciante che travalica i limiti del buonsenso prima che della corretta dialettica tra le parti, basta valutare le surreali motivazioni degli assenteisti.



Certificati di malattia a pioggia, impegni per donare il sangue, appigli a varie leggi, dalla 104 alla 53, come se fossero numeri degli autobus, che consentono la diserzione in massa da un servizio essenziale.

Ma il vero motivo che ha scatenato la protesta è il tentativo, attraverso una prova di forza, di costringere l’amministrazione capitolina a retrocedere rispetto a un’innovazione di metodo e di contenuti che i vigili non intendono accettare.



Stiamo parlando del salario accessorio, ovvero della parte variabile della retribuzione con la quale il Campidoglio vuole finalmente mettere un argine ad alcuni abusi (pensiamo all’indennità concessa ai vigili per la divisa pulita, o al turno notturno che iniziava nel pomeriggio) ed aprire le porte al riconoscimento, anche in termini di retribuzione, al merito e alla produttività.



È contro questo tentativo di cambiamento, di modernizzazione dei rapporti di lavoro, per garantire meno privilegi e più efficienza, che i vigili urbani hanno alzato la loro barricata di fine anno. Una barricata che disonora la divisa (non) indossata e rende sempre meno popolare e credibile un’intera categoria.
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