Per il pm, chi ha fatto cadere l'accusa di eccesso colposo di uso legittimo delle armi ha «erroneamente giudicato»; e, così facendo, ha finito «per attribuire una patente di assoluta liceità a una condotta, quella tenuta dall'agente Paone, che oltre ad aver determinato conseguenze gravissime, appare il frutto di un evidente errore valutativo, ancor prima che esecutivo, attribuibile a grave imperizia ed imprudenza».
In più, l'uso dell'arma da parte dell'agente, «non fu adeguato alle circostanze»- si legge nell'atto d'appello - e «l'esplosione dei due colpi di pistola è stato il frutto di una scelta colposa dell'imputato a titolo di imperizia e grave imprudenza, che deve portare ad una affermazione di responsabilità del Paone per il delitto lui ascritto».
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