Shopping nel Tridente, vendite crollate. La Confcommercio: «Meno 40%»

Shopping nel Tridente, vendite crollate. La Confcommercio: «Meno 40%»
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 22 Dicembre 2014, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 11:41
Acquisti a singhiozzo per una tradizione legata al regalo che, il centro storico di Roma e soprattutto il Tridente, ha ormai perso.

Sono da archiviare o meglio, da cancellare, le immagini di quei giorni che precedevano il Natale in cui i negozi di via de' Condotti, via Frattina, via del Babuino erano pieni di gente a caccia dell'ultimo acquisto da porre sotto l'albero. È un'altra storia quella che si può raccontare a due giorni dalla vigilia. Perché le persone a passeggio per il salotto buono di Roma ci sono; ciononostante, il numero di buste tra le mani, la coda alle casse, la folla di fronte alle vetrine e quella dentro i negozi, è inversamente proporzionale alla loro presenza su strada. Si guarda, ma non si tocca. Anzi, non si acquista. O magari lo si fa nel segno della morigerata attenzione al portafogli. «Che posso comprare se fino a due giorni fa ho pensato a pagare le tasse?», chiede alzando lo sguardo al cielo, Annamaria Rostati, 46 anni, libero professionista.



I NEGOZI

Le grandi boutique restano vuote e perdono anche i turisti. L'anticipazione del periodo di saldi invernali, che quest'anno inizierà il 3 gennaio, fa il resto. Al bando l'abbigliamento e le calzature, a meno che non si riesca a incappare in qualche grande occasione. Gli unici capannelli che ieri si scorgevano tra le vie del Tridente, si concentravano nei punti vendita temporanei, mai esistiti prima tra le rinomate strade dello shopping romano. Quei negozi che restano aperti magari solo un mese e che cercano di attrarre l'attenzione dei clienti propinando maglieria di qualità e cashmere a meno di 60 euro, come un punto vendita in via del Babuino.



Peccato però che, entrando in quel negozio, si scorga la stessa maglieria da uomo e da donna che si trova anche sui banchi del mercato di viale Parioli. A cambiare è solo il prezzo del cartellino. Al mercato un maglione maschile costa 30 euro, nel negozio 59 euro. Perfino i ristoranti e i bar nella pausa pranzo sono quasi tutti deserti e non perché non si abbia fame, ma conviene più un piatto di pasta mangiato in strada, per via della Croce, a soli 4,90 euro.



LE VENDITE

Vendite al di sotto delle aspettative, taglia corto la Confcommercio di Roma che, in questi ultimi due giorni e ancor prima, ha monitorato gli acquisti di Natale. Il settore perde nel Tridente, rispetto allo scorso anno, un 20-30% e nei giorni precedenti all'ultimo sabato prima delle festività, molti negozianti hanno registrato addirittura punte estreme di un -40%. Andamenti meno infausti di quelli raccolti dalla Confesercenti, ma più realistici a detta degli stessi commercianti.



Resta la tradizione certo, perché comunque, nonostante il crollo dei fatturati, seguente anche alla diminuzione delle presenze per le arterie del Centro pedonalizzato (tra il -15% e il -25% rispetto al 19, 20 e 21 dicembre 2013), l'80% di chi, tra sabato e domenica, ha passeggiato per quelle vie, ha comunque acquistato dei piccoli pensieri. «Una tovaglia per mia madre da usare il giorno di Natale, una cinta per mio marito». Lo scontrino totale di Anna Crisostomo non supera i 50 euro. Gli unici settori che tengono sono quelli dei giocattoli e degli alimentari. Per il resto, gli scontrini non hanno superato, conteggia ancora la Confcommercio, i 180 euro pro capite e solo un misero 3,5% è stato disposto a spendere 300 euro.



I COMMERCIANTI

E i commercianti si sentono avvelenati da un Natale che stenta a decollare anche a causa della pedonalizzazione del Centro. «La mancanza di un capillare sistema di trasporto pubblico e l'assenza di parcheggi in prossimità del Tridente - spiega Vittorio Banchetti, associato della Confcommercio - è stata una carognata che ha spinto gli acquirenti in zone lontane dal Centro». Molti altri quartieri, infatti, come Marconi, Eur, ma anche le periferie hanno sì registrato dei cali sulle vendite tra il 10% e il 20%, ma i negozi di vicinato hanno riacquistato quella clientela persa negli anni passati. Come i centri commerciali.
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