Associazione internazionale per la tratta di prostitute minorenni, induzione e sfruttamento della prostituzione: per queste accuse, contestate a vario titolo e a seconda delle posizioni, tre donne (due liberiane e una congolese) sono state condannate in appello a Roma. Si tratta di tre delle otto persone che furono arrestate nell'ottobre 2012 a conclusione di una maxi operazione che smantellò una organizzazione internazionale che reclutava minorenni in Nigeria, le portava in Italia riducendole in schiavitù, sottoponendole a riti voodoo e avviandole alla prostituzione.
La I Corte d'assise d'appello di Roma ha condannato a sei anni di reclusione Nike Adam (in primo grado ebbe 9 anni per associazione, induzione e sfruttamento della prostituzione), a due anni Diana Paul (in primo grado ebbe 10 giorni in più, per sfruttamento) e a un anno e 10 mesi Veronica Joseph (in primo grado condannata a 3 anni per sfruttamento).
Tutte erano state processate col rito abbreviato; nell'ambito della stessa vicenda, altre cinque persone sono sotto processo col rito ordinario.
La giovane raccontò di essere stata sottoposta a brutalità e umiliazioni, finanche utilizzata come straccio per pulire a terra. Ai suoi racconti, poi, si aggiunsero quelli di altre tre ragazze. E, alla fine, fu individuata Adam, ritenuta dagli investigatori la coordinatrice dell'organizzazione in Italia; processata, fu condanna dal gip Battistini a 9 anni di carcere. Le altre due donne furono riconosciute colpevoli, e condannate, solo di singoli episodi di sfruttamento. Oggi, le riduzioni delle condanne in appello.