Tifoso ucciso, De Santis rinviato a giudizio: in aula in barella accolto da cori ultrà

Tifoso ucciso, De Santis rinviato a giudizio: in aula in barella accolto da cori ultrà
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Martedì 28 Aprile 2015, 13:53 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 15:11

A distanza di quasi un anno dal pomeriggio di follia che ha segnato Roma e il mondo del calcio, è arrivato il rinvio a giudizio per Daniele De Santis, l'ultrà della Roma accusato dell'omicidio di Ciro Esposito, ferito con un colpo di pistola alla schiena poco prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio dello scorso anno e morto dopo 53 giorni di agonia.

L'impianto accusatorio della procura di Roma ha retto al giudizio del gup, Maria Paola Tomaselli, che ha mandato a processo 'Gastonè e, con l'accusa di rissa, anche un tifoso del Napoli, Gennaro Fioretti che faceva parte del gruppo che, in viale Tor di Quinto con Ciro Esposito, si avventò contro «Gastone» dopo l'assalto ad un pullman di tifosi.

La posizione di un altro napoletano Alfonso Esposito, è stata stralciata per un difetto di notifica. Il processo è stato fissato davanti alla III corte d'Assise per il prossimo 8 luglio. De Santis era presente in aula, su una barella per le precarie condizione di salute. Di fronte a lui anche Antonella Leardi, mamma di Ciro. Al suo arrivo in tribunale l'ultrà giallorosso è stato accolto dall'incoraggiamento di amici e parenti che hanno gridato in aula «Forza Daniele». Dal canto suo la madre del tifoso partenopeo morto al Policlinico Gemelli non ha nascosto «il dolore» per dovere guardare negli occhi l'uomo che ha ferito a morte il figlio.

«Quello che ho provato oggi -ha detto la donna- è simile a quello che si prova durante il parto, quando l'ostetrica ti prende il figlio appena nato». In merito alla decisione del gup la mamma di Ciro si è detta «soddisfatta» e ha annunciato che seguirà tutto il processo «perchè lo deve al figlio». De Santis deve rispondere di omicidio volontario, lesioni e porto abusivo d'arma. Al processo si arriva dopo una intensa fase istruttoria culminata con una perizia del Racis e l'incidente probatorio. Tasselli di un puzzle complesso che lentamente si è andato componendo. Secondo quanto ricostruito nella maxiperizia dei carabinieri De Santis fece fuoco in direzione dei tifosi del Napoli dopo che era stato ferito, forse raggiunto da alcune coltellate all'addome, «sopraffatto dagli aggressori», scrivono i periti. I fatti avvengono intorno alle 18, a poche ore dalla finale di Coppa Italia Tutto avviene nella zona del viale di Tor di Quinto. L'azione parte con De Santis che inveisce verso alcuni pullman di tifosi napoletani lanciando, come affermano testimoni, petardi e fumogeni. Un «blitz» alla quale corrisponde l'immediata reazione da parte di un cospicuo gruppo di supporter azzurri. De Santis di fatto si dà alla fuga e imbocca il vialetto che porta al Ciak Village, luogo dove «Gastone» viveva. L'ultrà romanista tenta di chiudere un cancello che dà su viale di Tor di Quinto ma viene raggiunto dai napoletani tra cui Ciro Esposito. De Santis viene bloccato e cade a terra. «Si ritiene -scrivono i periti - che l'uomo (sopraffatto dagli aggressori, ferito e sanguinante) con le mani sporche del suo stesso sangue abbia impugnato l'arma ed esploso i quattro colpi ferendo i tifosi napoletani».

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