Tiburtino, sfrattata di nuovo l'incendiaria. I proprietari: «E' pericolosa»

Tiburtino, sfrattata di nuovo l'incendiaria. I proprietari: «E' pericolosa»
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 28 Gennaio 2015, 05:48 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 16:47

Cacciata pure dal Tiburtino, perché troppo pericolosa. C'è stata una levata di scudi contro Giovannina Serra, la nonna “diabolica” accusata di aver fatto esplodere un palazzo a Colli Aniene, causando un morto e ventuno feriti. Un'anziana senza scrupoli che, secondo gli inquirenti, pur avendo la disponibilità di tre immobili di proprietà, ha pianificato un attentato con pochi precedenti: ha preso in affitto un appartamento al Tiburtino e poi, dopo tre giorni, ha fatto scoppiare con una bombola del gas il palazzo di via Vito Giuseppe Galati, a Colli Aniene, dove aveva vissuto per vent'anni, per vendicarsi del proprietario di casa che l'aveva sfrattata.

Ora l'anziana è a Rebibbia accusata di strage, ma vista l'età, ottantatrè anni compiuti, in via Igino Giordani, al Tiburtino, dove si era appena trasferita, hanno deciso di scongiurare un suo eventuale rientro.

Il proprietario di casa, allarmato dalle notizie di cronaca, ha consegnato le chiavi agli investigatori e rescisso l'accordo. «Qui non voglio che torni», ha fatto sapere a chiare note. «L'incolumità pubblica va garantita. Meglio prevenire. Anche gli altri inquilini hanno paura». Contratto stracciato.

Intanto l'anziana resta in carcere, dove non riceve visite. Non un vicino, ovviamente. Non un familiare. Lontani nipoti hanno evitato persino di prendere contatti. Eppure la signora Serra è decisa a non fare passi indietro. Nonostante la mole di indizi contro di lei continua a professarsi innocente. «Mi hanno incastrato - sostiene - Mi hanno cucito addosso l'abito del colpevole. Come avrei potuto far scoppiare tutto e scappare? Sono troppo vecchia».

Il gip Flavia Costantini, che ha firmato l'arresto, non le ha creduto. Anzi nella ordinanza di convalida del fermo ha sottolineato che la sospetta nonna diabolica è «pericolosa», e potrebbe riprovarci. L'avvocato Stefania Nervegna, che assiste l'anziana, sta decidendo la strategia difensiva: «Sto valutando se proporre o meno il ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere una misura meno restrittiva, magari gli arresti domiciliari. Ma un domicilio alternativo per ora non c'è. Speriamo che si apri una possibilità in un ospizio. La signora sostiene di aver venduto le sue case».

GLI INDIZI

Sono tanti i tasselli che, nei giorni scorsi, hanno spinto il giudice a far scattare l'arresto sollecitato dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani. Le ustioni sul corpo della anziana, i capelli bruciacchiati, i messaggi minatori trovati nella nuova abitazione, e la segnalazione di un testimone chiave che aveva notato l'anziana per strada subito dopo lo scoppio che ha fatto sgretolare la facciata del palazzo. Ma anche le bruciature sulle gambe e le micro fratture che si sarebbe provocata durante la fuga. Mentre Roma era incollata in tv e la foto della pensionata veniva rilanciata come sospettata numero uno, Giovannina era introvabile, irreperibile. Aveva cambiato domicilio, appunto in via Igino Giordani, senza segnalarlo, e tolto la sim dal telefonino per evitare di essere rintracciata. Tanto che la polizia l'aveva trovata solo dopo una giornata nel nuovo appartamento preso in affitto e non segnalato. Ed è lì che sarebbero emerse i primi indizi. Un pezzo di stola, uguale a quella trovata bruciacchiata nel condominio saltato in aria. Ed ancora dei biglietti con su scritto «Non starete bene», con la grafia identica a quello del cartello attaccato su un auto, vicino alle macerie: «Il Signore la casa non ve la farà godere perché siete ladri, più ladri». Intanto ad Afragola si sono svolti i funerali di Pasquale Castaldo, 51 anni, l'operaio che viveva nella palazzina di via Colli Aniene, morto per l'esplosione. Forse per asfissia. A giorni i risultati dell'autopsia.