NUOVE STRATEGIE
I taxi abusivi hanno cambiato strategia. Ora non è più il cliente ad andare da loro: sono loro ad andare direttamente dai clienti. Si appostano nei punti nevralgici, cercando di sovrapporsi ai tassisti regolari: da Fiumicino a Termini, passando per gli stazionamenti dei bus che collegano il centro città con i due scali romani.
Gli abusivi si fingono tassisti, ma le vetture di cui dispongono sono tutt'altro che regolari. Le parcheggiano poco lontano dagli stazionamenti dei pullman. «Dai, facciamo un prezzo particolare». Una volta saliti ci si rende conto di essere in una macchina del tutto normale, altro che taxi. Nessun tassametro, nessuna scritta sulla carrozzeria, nessun registro per le ricevute. Abbiamo provato a fare lo stesso percorso descritto dallo studente tedesco: da Termini a Porta Maggiore, poco più di 2 chilometri. Stessa ora, stesso tipo di autista. E stesso risultato. «20 euro, prego». E la ricevuta? Non è prevista. Una corsa in un taxi regolare, sullo stesso percorso, alla stessa ora (dopo mezzanotte), costa esattamente la metà: 10 euro, con tanto di ricevuta. «Non possiamo fare molto per difenderci», racconta Valentino, tassista a Termini. «Sappiamo che gli abusivi ci sono, ma non è nostro compito allontanarli».
«Purtroppo stiamo parlando di suolo pubblico», commenta Marina Solazzi, responsabile relazioni esterne Trenitalia. «In questi casi, oltre alla Polfer, c'è poco da fare. Per noi è impossibile controllare tutti coloro che si avvicinano all'area Arrivi».