Una tangente per operarsi, poi muore
Donna paga mille euro a un chirurgo
Il medico rinviato a giudizio

Una tangente per operarsi, poi muore Donna paga mille euro a un chirurgo Il medico rinviato a giudizio
di Michela Allegri
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Giovedì 18 Settembre 2014, 05:52 - Ultimo aggiornamento: 19:35
Per il medico che ha deciso di operarla nonostante avesse il fisico provato dall'et avanzata e da numerose patologie, la vita di Raffaella aveva un prezzo: 1000 euro, che il dottore ha preteso in nero e in contanti prima di effettuare un intervento rischioso, non necessario e, almeno in teoria, completamente gratuito.



La paziente, settantenne e logorata dal dolore, ha pagato: per poter racimolare la somma ha addirittura impegnato alcuni gioielli di famiglia.



E, tra le corsie della Casa di Cura Guarnieri, in via Tor dè Schiavi, è poi deceduta per una complicanza che doveva essere prevista ed evitata dai sanitari. Ora, Michele Raguso, il chirurgo che, oltre ad aver effettuato l'operazione avrebbe anche intascato una mazzetta non dovuta, su richiesta del pm Maria Bice Barborini è stato rinviato a giudizio con l'accusa di concussione. Altri 8 camici bianchi in servizio presso la clinica, invece, sono indagati insieme a lui per omicidio colposo in un altro filone d'inchiesta. Tutti quanti rischiano il processo: la Procura ha appena concluso le indagini.



IL RICATTO

E' il 2012 quando Raffaella, affetta da una stenosi alla spina dorsale che le provoca un lancinante dolore alla schiena, si rivolge a diversi specialisti chiedendo di essere sottoposta ad un intervento riparatore. Tutti i dottori interpellati, però, sconsigliano alla paziente di operarsi: la donna, di 70 anni, soffre di cardiopatia e diabete, e ha un problema di obesità. In aprile, Raffaella viene visitata da Michele Raguso, chirurgo della Clinica Guarnieri che, nei mesi successivi, le prescrive una serie di farmaci. La condizione della paziente non migliora: Raffaella chiede di poter essere operata.



A questo punto, secondo l'accusa, sarebbe scattato il ricatto: il dottore avrebbe accettato di effettuare l'intervento in cambio di 1000 euro: «soldi non dovuti - si legge negli atti della Procura - trattandosi di una clinica convenzionata con il servizio sanitario nazionale». Un'eventuale operazione presso la Casa di Cura Guarnieri, infatti, per Raffaella sarebbe stata gratuita. Pur di assicurarsi il denaro, Raguso avrebbe anche costretto la figlia della settantenne ad impegnare alcuni gioielli di famiglia.



L'INTERVENTO

Raffaella viene operata il 18 aprile 2013. Tre giorni dopo, Raguso si fa consegnare le banconote in una busta sigillata. I magistrati non hanno dubbi: si tratta di concussione. L'intervento, oltretutto, non va a buon fine: la paziente contrae una grave infezione e muore un mese più tardi. Sulle spalle di Raguso, quindi, pende anche l'accusa di omicidio colposo, di cui potrebbe dover rispondere a processo insieme ai direttori sanitari del nosocomio e ai membri dell'equipe che ha operato Raffaella.



Le parole che il pm scrive nell'avviso di conclusione delle indagini a carico dei 9 camici bianchi indagati sono lapidarie: i medici sono accusati di aver accettato «acriticamente il ricovero della paziente pur essendo privi di strutture idonee», di non aver tenuto conto «delle condizioni della donna, anziana e gravata da significative preesistenze» e di non aver valutato possibili complicanze «serie, gravi ed evidenti». Ora, i familiari di Raffaella, difesi dall'avvocato Giampaolo Balzarelli, sono determinati ad avere giustizia.