Shoah, marcia silenziosa a Trastevere in ricordo del rastrellamente al ghetto

Shoah, marcia silenziosa a Trastevere in ricordo del rastrellamente al ghetto
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Mercoledì 16 Ottobre 2013, 23:14 - Ultimo aggiornamento: 23:15
Mai pi, n qui, n altrove. Le parole del presidente del Senato Piero Grasso hanno concluso la Marcia della Memoria, organizzata come ogni anno dalla Comunit di S. Egidio e dalla Comunit ebraica di Roma per l'anniversario del rastrellamento di 1024 ebrei del Ghetto romano a opera delle SS, il 16 ottobre 1943. Alla fiaccolata silenziosa da S. Maria in Trastevere al Portico d'Ottavia, è seguita la commemorazione con gli interventi di autorità locali e nazionali dal palco allestito in largo 16 ottobre 1943. In apertura, il Sindaco Ignazio Marino ha portato il saluto di Roma ai presenti, affermando che il 16 ottobre fu «una tragedia per tutta la città».



«Noi dobbiamo raccoglierne l'eredità - ha spiegato - è il senso di questa presenza. La memoria di quanto accaduto è la memoria di tutte le romane e di tutti i romani, anche di chi lo è da poco come gli immigrati che sono contento di vedere qui. Siamo in tanti questa sera, siamo diversi, ma siamo qui tutti insieme come cittadini di Roma». Un pensiero anche a Lampedusa, perché qui «nessuno dovrà mai più straniero». Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha presenziato ma non è intervenuto.



Appassionato il discorso del presidente della Camera Laura Boldrini: «La deportazione è stato il tragico epilogo di un clima politico preparato da terrore e delazione. Chi ricorda quanto accaduto fa un atto di grande generosità verso il prossimo, perché accetta di rivivere ciò che ha vissuto». Le istituzioni, per la Boldrini, devono «agire e reagire» contro odio e razzismo, aiutando chi oggi fugge da guerre e persecuzioni come i migranti di Lampedusa. Toccante la testimonianza di Enzo Camerino, che subì il rastrellamento e sopravvisse ad Auschwitz: «Abbiamo sofferto a causa di nazismo e odio, ma sono emozionato per tutta questa partecipazione. Se ci fosse stata questa sensibilità in passato, non sarebbe accaduto tutto questo». Per Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio, «il ricordo non deve cadere», anche dei «giorni di Caino» successivi all'episodio, con tradimenti e delazioni dei romani.



Il rabbino capo della Sinagoga di Roma Riccardo Di Segni, parla di «una ferita aperta nella nostra memoria» e, citando le polemiche che hanno accompagnato la morte di Priebke, afferma: «Ai nostalgici del male e della violenza, vogliamo contrapporre la nostalgia del bene, della convivenza, dell'accoglienza e della pace per tutti». Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche, precisa che il nazismo non fu «follia, ma razionalità molto ben studiata», contro cui «siamo diversi per provenienza ma uniti nella battaglia».



Poi l'intervento del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, critico verso le strumentalizzazioni su Priebke e la decisione del comune di Affile di dedicare una statua al maresciallo Graziani, ma propositivo per un'iniziativa di ospitalità agli immigrati di Lampedusa. In chiusura di cerimonia, il presidente Grasso ha raccontato la sua visita ufficiale alla Sinagoga in mattinata, promettendo di accelerare il processo per l'approvazione del reato di negazionismo.
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