Studenti, prof e bambini: a Roma la carica dei 20 mila

Studenti, prof e bambini: a Roma la carica dei 20 mila
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Ottobre 2014, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 13:21
«La buona scuola siamo noi». Dietro questo striscione è partito da piazza della Repubblica il corteo degli studenti romani contro il piano scuola del governo Renzi e il Jobs Act.



Più di 20 mila - secondo gli organizzatori - hanno sfilato tra le strade della Capitale al grido di "Tutti insieme famo paura", "No alla scuola dei padroni 10, 100mila occupazioni" accendendo fumogeni colorati. Tra i manifestanti anche i bambini delle scuole elementari, l'istituto comprensivo Ferraironi che sventolavano cartelli con scritto "La scuola non si svende".



«Oggi scendiamo in piazza per dire no all'ennesimo attacco all'istruzione pubblica - spiegano alcuni manifestanti - ma anche alle privatizzazioni. Noi diciamo no alla precarizzazione, alla 'scuola azienda'. Ma soprattutto siamo qui per gridare al premier Matteo Renzi che la buona scuola non è quella del suo libretto e della sua proposta ma siamo noi che tutte le mattine ci alziamo per entrare in edifici vecchi e con banchi rotti».



Presidio al ministero dell'Istruzione Il corteo ha terminato il suo percorso in viale Trastevere, sede del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. I liceali hanno srotolato davanti l'ingresso del dicastero gli striscioni. Alcuni di loro hanno invece acceso dei fumogeni. La sede del Miur è protetta da cordoni di forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa.



Le matite rosse dei professori Alcuni insegnanti hanno manifestato con dei grandi matitoni rossi fatti in cartapesta. «Abbiamo scelto la matita perché è un simbolo, strumento del nostro mestiere - spiega Maria, professoressa di Inglese e precaria da 16 anni - Oggi siamo qui per contrastare questa possibile riforma della scuola firmata da Matteo Renzi che di buono non ha nulla. Anzi impoverisce e distrugge la scuola pubblica. Cresceranno così generazioni di robottini senza capacità critica e indottrinati a fare tutti la stessa cosa». I docenti stanno sfilando con una t-shirt con la scritta 'Docenti Professionisti, Radiati, Esasperati, Cancellati, Annullati, Raggirati, Ignoratì. «Noi siamo qui perchè essendo Renzi un gigantesco venditore di fumo vogliamo vedere se ci sono i soldi per assunzioni dei 150mila - dice il coordinatore nazionale Cobas Pietro Bernocchi - Poi per ricordare che ce ne sono almeno altrettanti che hanno diritto di essere assunti.
Siamo contrari in generale al piano Renzi: potere illimitato ai presidi, cancellazione degli scatti di anzianità e di carriera. Noi chiediamo massicci investimenti, lo sblocco del contratto e che siano recuperati i 300 euro mensili netti. Questa battaglia andrà avanti fino ad approvazione della finanziaria».




Liceali contro il numero chiuso Tanti anche gli studenti dei licei, dall'Augusto al Virgilio, dall'Albertelli al Visconti che protestano contro il numero chiuso dell università. "Privato del futuro, negato il diritto allo studio". L'accesso alle università non rientra nel piano scuola. Chiedono una modifica urgente e un accesso programmato ma libero, che permetta a tutti di iscriversi al corso di laurea che preferiscono. Dal Miur garantiscono un confronto con le parti e associazioni studentesche entro il prossimo mese. Ma è comunque difficile credere possibile l'abolizione dei test considerato il fatto eh rappresentano una risorsa economica importante per gli atenei. Solo per l ultimo accesso a medicina le università hanno incassato dall iscrizione ai quiz oltre due milioni di euro.



Il blitz antifascista Un breve cordone di studenti liceali in giubbotto nero e caschi all'incrocio tra via Cavour e via Farini, in direzione della sede del centro sociale di destra Casapound. Ad accompagnare l'azione, i cori «Siamo tutti antifascisti» e «Camerata, basco nero, il tuo posto è al cimitero» gridati dai manifestanti, mentre al megafono uno studente ha urlato: «Facciamoglielo vedere che Roma è antifascista». Poco dopo, all'altezza della stazione della metro B di piazza Cavour, è stato srotolato lo striscione «Quanto è bello il salto del tornello», con cori contro «il rischio di svendita di Atac ai privati».