L’inchiesta si sposta su Twitter. Centinaia di profili, migliaia di tag. Dopo la battaglia di via Veneto, una parte dei manifestanti è andata sulla rete. In molti si sono vantati di esserci stati, sabato pomeriggio, durante gli scontri. Altri hanno addirittura attaccato fotografie, o filmati. Qualcuno, invece, si è limitato a semplici commenti e hashtag. Un intreccio di firme digitali, che da ieri è sotto la lente degli investigatori della Digos e del Nucleo informativo dei carabinieri, i quali hanno tracciato e registrato volti e profili. Tra i sospetti ci sono i militanti più violenti di alcuni movimenti romani, napoletani e del Nord Italia.
Sei invece i fermati di sabato, di cui quattro in attesa di convalida e due denunciati a piede libero: si tratta di tre romani Simon Canca, 18 anni, Michele Sugarelli (24, Albano), Lorenzo Marabino (36) e Antonio Pompea (19) di Catanzaro, Ugo Esposito (25) di Napoli e Mattei Gulich (25) di Trieste.
TELECAMERE AL TRITONE
Le immagini più interessanti registrate dagli investigatori sono quelle di via del Tritone e piazza Barberini, la zona in cui i violenti delle tute blu e del blocco nero si sono cambiati d’abito, abbandonando l’uniforme della rabbia. Centinaia di fotogrammi che ricostruiscono gli incidenti, delineando in modo netto le responsabilità. Come pure quella del poliziotto ripreso dalle telecamere della tivù mentre passava con lo scarpone sopra la pancia di una manifestante inerme stesa a terra. L’uomo, un graduato, è già stato identificato. Filmati e inchiodati alle loro responsabilità anche parte degli stranieri che sabato hanno rimpolpato le fila dei manifestanti, dando un maggior volume al corteo: alcuni di loro avrebbero partecipato ai disordini. Ma per avere provvedimenti servirà del tempo, dicono dalla questura.
VEDETTE ANTI BLINDATO
Nei guai finiranno anche le vedette che sabato giravano in bicicletta, precedendo il corteo e segnalando la presenza e il numero dei blindati, di agenti e la loro disposizione. Gli investigatori hanno filmato tutto. Si tratta di ragazzi che ora dovranno spiegare i motivi delle loro annotazioni che venivano fedelmente riportate al blocco nero. E poi ci sono quelli pizzicati vicino al Verano prima della partenza del corteo con gli zaini pieni di roba, una trentina sono fuggiti dalle mani dei poliziotti, altri quaranta sono stati identificati.
DANNI E SFREGI
Decine di scritte sui muri della città, vetrine sporcate e rigate con i taglia vetro. Anche i muri esterni della chiesa di Santa Maria della Vittoria alla fine di via Barberini sono stati sfregiati con la vernice rossa. E sempre in via Barberini sono comparse scritte contro papa Wojtyla che il 27 aprile sarà fatto Santo assieme a papa Giovanni XXIII. Una follia che ha dilagato a margine della manifestazione antagonista, seminando danni e devastazione, che i cittadini dovranno pagare.