Scioperi a Roma, arriva il blocco. Il garante: «Nuove regole per il Giubileo»

Scioperi a Roma, arriva il blocco. Il garante: «Nuove regole per il Giubileo»
di Lorenzo De Cicco e Umberto Mancini
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Sabato 3 Ottobre 2015, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 17:09

A fine luglio, dopo il caso Pompei, sarebbe dovuto scattare il blitz per decreto. Con tanto di stretta immediata sugli scioperi. Ovviamente sull’onda dell’indignazione generale. Passata l’estate, come era prevedibile, il provvedimento per evitare l’abuso di un sacrosanto diritto costituzionale è tornato nel cassetto. Anzi sul binario morto. E poco importa che ieri, come in altre mille occasioni, a pagare il conto siano stati migliaia di cittadini e turisti, imprigionati nella Capitale dal blocco di bus e metro.

I TEMPI

Il problema resta in tutta la sua evidenza e gravità, ma il governo, svanita la spinta iniziale, non intende, almeno per ora, accelerare i tempi. Da una parte ci sono le turbolenze interne alla maggioranza a consigliare di non forzare la mano. Dall'altra, la volontà di far intervenire direttamente il Parlamento in una materia sensibile protetta dai principi costituzionali.

Posizione ribadita anche ieri dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio che, tra l’altro, fu tra i primi ad invocare una disciplina più stringente.

Se Palazzo Chigi aspetta (in Parlamento ci sono tre disegni di legge), proprio dal ministero si fa capire che in vista del Giubileo sarebbe auspicabile una moratoria per evitare altri disagi nella Capitale. In attesa di cambiare il quadro generale delle regole.

Nel frattempo si cercherà di far rispettare le norme che già ci sono - sanzioni e precettazioni comprese - affinché ”scioperi bianchi”, agitazioni senza preavviso e altre tipologie di proteste ai limiti di legge, non si ripetano ancora. Difficile immaginare se tutto ciò sia sufficiente ad evitare altre brutte figure a livello internazionale, sta di fatto però che i margini di manovra sono molto ridotti.

Anche perché il governo è convinto che Cgil, Cisl e Uil, debbano essere coinvolti nella riforma. Del resto non si tratta di una questione ideologica, ma di trovare una via d'uscita di buon senso. Perché è assurdo che una sparuta minoranza di lavoratori blocchi una città.

Pronta a muoversi invece è l’Authority per gli scioperi. Il garante, Roberto Alesse, assicura l’applicazione di «misure straordinarie per il Giubileo»: saranno bloccati tutti gli scioperi nei giorni in cui sono in programma i grandi eventi (al momento una ventina in calendario). Se i sindacati non ritireranno le proteste, scatterà la precettazione. Altra svolta: l’intervallo minimo tra uno sciopero e l’altro (almeno 10 giorni) varrà non solo per le proteste indette in uno stesso settore (come i trasporti) ma anche per gli altri servizi pubblici essenziali: a una distanza troppo ravvicinata, per esempio, non potranno scioperare sia i lavoratori dell’Atac sia quelli dell’Ama.

Ieri l’Autorità ha fornito anche qualche numero: nei primi otto mesi sono stati proclamati oltre 1.500 scioperi nei servizi essenziali (+7,5%) con 1.055 proteste effettuate (+6%). Il picco degli aumenti si è avuto nel trasporto pubblico con 255 scioperi proclamati e 193 effettuati (+40%). Solo a Roma i cittadini hanno sopportato già 16 scioperi, una media di due al mese. «Senza una nuova legge, i cittadini sono ostaggi di sigle piccole e spregiudicate. Per il Giubileo mi auguravo una moratoria con i sindacati, ma ormai lo scontro è troppo duro e all’evento mancano poche settimane».

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