Il Messaggero lo ha fatto e continuerà a farlo con rigore, consapevole di toccare i nervi scoperti di una politica romana che per decenni non ha esattamente fatto della trasparenza la propria bandiera, per usare un eufemismo. Perciò sorprende che Nicola Zingaretti, presidente della Regione, provi a zittire la voce libera di noi di via del Tritone annunciando una querela per diffamazione (di cui vedremo i futuri esiti) solo per aver riportato correttamente stralci delle intercettazioni che ben descrivono le triangolazioni dei principali partiti che in questi anni hanno governato la Capitale, la Provincia e la Regione, con il cosiddetto Supremo: quell'avvocato Cerroni che con la sua discarica di Malagrotta e i siti connessi ha fatto il bello e il cattivo tempo nella gestione spesso illegale della scottante emergenza rifiuti.
Nonostante inaudite insinuazioni che evocano una presunta «dinamica di interessi imprenditoriali» (per citare le parole di Zingaretti), dietro i servizi pubblicati in questi giorni, il nostro giornale continuerà a svolgere serenamente il suo lavoro con la dedizione e l'orgoglio di una redazione che non si fa intimidire. Stigmatizziamo anzi i veleni circolati attraverso attacchi all'Editore, palesemente estraneo alle illazioni infondate di questi giorni, che ci garantisce l'autonomia e la libertà di informare correttamente i nostri lettori.