Scalata alla Lazio, condannati 4 ultras
Per i giudici fu tentativo di estorsione

Scalata alla Lazio, condannati 4 ultras Per i giudici fu tentativo di estorsione
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Venerdì 30 Gennaio 2015, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 08:52
Sette persone condannate per la scalata della Lazio in cui venne coinvolto anche Giorgio Chinaglia, morto nell'aprile dell'anno scorso.

Quello che si consumò nel 2006 ai danni della Ss Lazio e del presidente Claudio Lotito, secondo i giudici della sesta sezione penale di Roma, fu un vero e proprio tentativo di estorsione. Un'azione che puntava a mettere le mani sul pacchetto azionario del club.



Condannati quattro capi del gruppo degli «Irriducibili», storica frangia della curva Nord: Fabrizio Piscetelli e Yuri Alviti, condannati a 3 anni e

due mesi, Fabrizio Toffolo 3 anni e sei mesi e Paolo Arcivieri, 2 anni e due mesi. Insieme con loro sono stati condannati coloro che secondo l'accusa avevano tentato la scalata al club biancoceleste, in particolare Guidocarlo Di Cosimo a 4 anni e 2 mesi, Giuseppe Bellantonio a 2 anni e 2 mesi mentre a Fabrizio Di Marziantonio, ex segretario della polisportiva Lazio, a 1 anno e sei mesi. Assolto invece per non aver commesso il fatto Bruno Errico.



Il tribunale ha deciso, inoltre, il risarcimento dei danni in favore di Lotito, dei suoi familiari e della SS

Lazio da stabilire in separata sede. Alla lettura della sentenza alcuni imputati hanno contestato la decisione urlando «buffoni» in direzione dei giudici. «La giustizia è morta - hanno proseguito

appena fuori dall'aula -. Il tribunale, la Procura e lo Stato sono corrotti».



Secondo l'impianto accusatorio «Lotito era finito nel mirino del direttivo degli Irriducibili perchè aveva tolto privilegi e concessioni di ogni tipo a quella

frangia di tifoseria, attuando nei suoi confronti una politica sempre più restrittiva».

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