Sanità, la Regione chiede fondi extra

Sanità, la Regione chiede fondi extra
di Simone Canettieri
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Venerdì 19 Settembre 2014, 06:19 - Ultimo aggiornamento: 09:43
L'assist arrivato dall'Organizzazione mondiale della sanit: l'inserimento dello Spallanzani nella rete internazionale per il contrasto dell'Ebola.

Un prestigio importante per la Regione, ma che ha dato il modo al governatore Nicola Zingaretti di aprire un nuovo fronte con il Governo: il riconoscimento degli extra-costi per la sanità. Partendo proprio dalla «missione» che è stata affidata all'Istituto nazionale per le malattie infettive, considerato «una delle nostre punte di diamante».

I PARAMETRI

Il discorso, suppergiù, è simile a quello che ha portato il Campidoglio a chiedere 109 milioni di euro a Palazzo Chigi (non ancora riconosciuti però dal tavolo inter-istituzionale nell'ambito del piano di rientro del Comune): siccome Roma svolge la funzione di capitale d'Italia e quindi ospita milioni di turisti, manifestazioni importanti, il Vaticano e sedi diplomatiche a bizzeffe ha bisogno di un trattamento economico differente da parte del Governo.

Ecco, un ragionamento simile, ma tutto piegato sulla sanità lo ha fatto ieri Zingaretti appena uscito dai padiglioni dello Spallanzani: «Il Lazio ha l'onore di essere la regione della Capitale, poi però deve farsi carico di incombenze che sono nazionali e non regionali, che alla fine però ricadono su di noi. E così, alla fine, non ce la facciamo. Su questo bisognerà fare un ragionamento dopo l'uscita dal commissariamento della sanità». E si tratta dunque di una serie sterminata di prestazioni sanitarie che a seconda dei casi e dei «malati eccellenti» richiedono anche l'attivazione di particolari protocolli, più costosi della media. Un esempio? Le doppie ambulanze quando deve essere trasportato in ospedale un ambasciatore.

I CONTI

Precisazione d'obbligo: gli extracosti richiesti da via Cristoforo Colombo «ancora non sono stati quantificati», spiegano gli uomini di Zingaretti. E aggiungono un «purtroppo», che è molto esplicativo. Prima di intavolare questa trattativa occorre chiudere per sempre la botola del commissariamento. Una condanna che dura da 8 anni, destinata a terminare entro il 2015.

Il governatore infatti conta di chiudere quest'anno con un disavanzo di meno 200 milioni (nel 2013 è stato di 600), per arrivare poi l'anno prossimo al traguardo: il saldo zero del deficit e la conseguente uscita dal commissariamento.

LE TAPPE

Solo dopo, solo quando l'emergenza sarà terminata, si potrà intavolare una discussione con il Mef e Palazzo Chigi. «Il ragionamento», come lo chiama Zingaretti. Il 2016 dunque potrebbe essere il vero anno della svolta: per questa data è stata promesso anche l'abbassamento della pressione fiscale per i cittadini del Lazio, con la riduzione delle aliquote Irpef e Irap. L'uscita fatta ieri dal governatore, dunque, va letta come l'annuncio di un pressing verso Palazzo Chigi che d'ora in poi inizierà a essere sempre più insistente.

Anche perché l'annuncio dei tagli al fondo nazionale della sanità ha messo ormai l'ente regionale in una posizione di pungolo nei confronti del Governo: «Siamo per la totale disponibilità ad efficientare la spesa sanitaria - va ripetendo da giorni, da appena cioè è scoppiato il caso - ma diciamo da subito no a togliere fondi alla sanità per tappare altri buchi». Il braccio di ferro è appena iniziato e si prospetta molto lungo.