Immigrati, il dietrofront del Comune:
nessun rifugiato trasferito a San Lorenzo

Immigrati, il dietrofront del Comune: nessun rifugiato trasferito a San Lorenzo
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 26 Maggio 2015, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 08:36
Dopo le proteste del Municipio e dei residenti, l'assessorato alle Politiche sociali del Comune sospende il trasferimento a San Lorenzo dei rifugiati provenienti dal campo abusivo di Ponte Mammolo, sgomberato dieci giorni fa. Il passo indietro dell'assessore Danese fa esultare i residenti: «Il Comune si è reso conto dei rischi che avrebbe comportato il trasferimento di un centinaio di rifugiati in una zona già ostaggio di spacciatori e movida violenta». Apprezza la scelta del Campidoglio anche il minisindaco Giuseppe Gerace, che per primo aveva lanciato l'allarme contro i trasferimenti: «E' un'ottima notizia. Era impensabile concentrare centinaia di rifugiati nello stesso quadrante, dato che dieci giorni fa, proprio da Ponte Mammolo, il nostro territorio aveva dovuto accogliere quasi 200 profughi nella struttura di via Cupa, vicino alla stazione Tiburtina. Ora al Comune chiediamo una riunione urgente per affrontare l'emergenza. Le scelte unilaterali non servono».

LA RETROMARCIA

La decisione di dirottare gli immigrati di Ponte Mammolo nel cuore del quartiere della movida era stata presa sabato, quando il minisindaco Gerace è stato convocato d'urgenza nella sede dell'assessorato al Sociale del Comune. La strategia prevedeva la sistemazione temporanea di circa 150 rifugiati prima nella struttura gestita dalla Fondazione dei Cavalieri di Colombo al numero 88 di via dei Sabelli. Poi, entro due mesi, gli immigrati sarebbero stati alloggiati nello stabile al civico 27 di via dei Reti, un immobile di quattro piani sequestrato alla criminalità organizzata. Un edificio che non è ancora nelle disponibilità del patrimonio comunale, ma che l'amministrazione ha chiesto di farsi assegnare per «finalità sociali». In un primo momento l'assessore Francesca Danese aveva ipotizzato di destinarlo «alle famiglie in emergenza abitativa», poi però era arrivato il dietrofront, con la scelta di trasformarlo in una struttura temporanea di accoglienza agli immigrati.

LA MOBILITAZIONE

A fare cambiare idea al Campidoglio è stata la reazione delle istituzioni territoriali e soprattutto dei residenti. Una mobilitazione, senza nessun accento razzista, che ha denunciato la difficoltà di conciliare il degrado del quartiere con la necessità di dare un'accoglienza dignitosa ai richiedenti asilo. «Siamo un quartiere accogliente, basti pensare ai fuori sede universitari – hanno spiegato i rappresentanti del Comitato di San Lorenzo – Ma in questo territorio si stanno concentrando troppe criticità. Dallo spaccio alla movida senza regole. Problemi che viviamo tutti i giorni da anni e che nessuno risolve. In questo quadro, l'arrivo dei rifugiati rischia di essere problematico». Per Marco Orlandini, del comitato degli abitanti di Via Ausoni, «questo contesto di microcriminalità diffusa, con lo spaccio, il racket dell'alcol gestito dai bengalesi, e la movida molesta, non può essere la soluzione migliore per dare accoglienza a chi ha bisogno d'aiuto e già viene da situazioni difficili. Queste persone vanno aiutate in zone adatte, non in mezzo al degrado e all'illegalità».

LA TENDOPOLI

In Comune, intanto, prosegue lo smantellamento della tendopoli di Ponte Mammolo. Una quarantina di migranti, che non avevano voluto tornare in un centro di accoglienza, «hanno trovato sistemazione», fanno sapere dall'assessorato alle Politiche sociali. «Restano le ultime venti persone per le quali già nelle prossime ore dovrebbe essere pronta la soluzione».