Salvata la cella di San Francesco: 130mila dollari raccolti con la colletta social

Salvata la cella di San Francesco: 130mila dollari raccolti con la colletta social
di Laura Larcan
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Giovedì 2 Ottobre 2014, 06:08 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 18:03

Quando venne annunciata la notizia, ad aprile scorso, fece davvero scalpore. I frati che si affidano alle risorse dei social network per salvare la sacra cella di San Francesco, non lasciava indifferenti.

Quegli stessi frati che, sandali e I-pad, fede e tecnologia, sono riusciti ad aprire una campagna di raccolta fondi popolare internazionale (“crowdfunding”) sulla piattaforma americana kickstarter per restaurare la stanzetta custodita nel convento trasteverino di San Francesco a Ripa.

Luogo abitato dal Poverello di Assisi quando soggiornava a Roma nel 1209 per incontrare il papa.

E oggi, fratello Stefano Tamburo, ideatore del salvataggio via web aprirà le porte del sacro convento (in consegna al Fondo edifici di culto) per illustrare i primi risultati dell'operazione. Sono stati infatti raccolti con kickstarter 130mila dollari (al netto delle royalty, 117mila dollari) cui si sono aggiunte altre donazioni private sul sito web dei frati, che hanno consentito l'avvio a fine maggio del cantiere.

La speranza dei frati era quella di poter riaprire lo storico ambiente legato alla memoria di San Francesco al pubblico in concomitanza con il 4 ottobre festa solenne del Santo patrono, ma il restauro si è rivelato più complesso del previsto. La festa è solo rimandata di qualche mese. Ma fervono i lavori sotto la direzione di Adriana Capriotti e la supervisione della Soprintendente al polo museale romano Daniela Porro, che conferma come il restauro sia in pieno svolgimento.

Attraverso i ponteggi allestiti nella stanzetta, i restauratori stanno intervenendo sul soffitto di legno che soffre l'umidità e i tarli. Delicato, ancora, l'intervento sulle pareti, dove i tecnici devono tener contro della presenza di lapidi e strati di intonaco in fase di distacco, e anneriti da candele e lampade ad olio. Il muro di destra della cella è, poi, al centro di un studio approfondito da parte dei tecnici, perché qui è custodita, all'interno di una nicchia, l'importante reliquia riconosciuta oggi autentica: il sasso-cuscino su cui San Francesco posava il capo o si appoggiava mentre riposava.

L'obiettivo, come fanno sapere dal convento, è quello «di permettere ai futuri visitatori di vedere nella cella le tracce originarie del luogo che San Francesco ha vissuto 800 anni fa». Ed è allo studio un progetto di una nuova illuminazione della stanzetta che tenga conto della tutela dei materiali che compongono l'ambiente, ma che sia anche adatta al contesto storico della cella e dell'uomo che qui dimorava.