Roma, l'odissea di un paziente all'Umberto I: otto ore di attesa per un codice giallo

Roma, l'odissea di un paziente all'Umberto I: otto ore di attesa per un codice giallo
di Alessandro Tittozzi
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Sabato 4 Luglio 2015, 14:19 - Ultimo aggiornamento: 17:12
Volete sapere quanto può aspettare un paziente in codice giallo al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma? Anche 8 ore.



Così è stato per una signora di 69 anni che ieri pomeriggio è dovuta ricorrere all’ospedale romano a seguito di continue vertigini, vomito e mal di testa dolorosissimi.



La donna, che per motivi di privacy chiameremo Giovanna, dopo giorni e giorni di continui attacchi al sistema vestibolare e della cervicale, ieri intorno alle 17, ha deciso di recarsi al Dea del nosocomio per cercare di risolvere il problema.



Dopo circa una mezzora di attesa, Giovanna è stata fatta entrare nell’ambulatorio dove un infermiere, con la procedura del triage, le ha attribuito il codice giallo, un grado di urgenza che prevede la chiamata dal reparto in 15-30 minuti.



La donna, già sfinita per il dolore, è tornata sulla sua sedia di ferro, scomodissima, e ha cominciato ad attendere la chiamata dei dottori.



Ma la sua è stata un’attesa infinita, stressante, ai limiti di una crisi nervosa. Solo intorno a mezzanotte, e dopo 7 lunghe, interminabili ore Giovanna è stata fatta entrare nell’ambulatorio.



Qui le sono stati fatti tutti gli accertamenti del caso con analisi del sangue, elettrocardiogramma, visita otorinolaringoiatrica e neurologica che l’hanno tenuta ricoverata per più di 5 ore.



Durante questo tempo Giovanna ha chiesto un cuscino per i dolori alla cervicale e una coperta per il freddo umido della sera e dei condizionatori.

Ma il portantino di turno la notte, mortificato, non è potuto essere di aiuto: «Signora non abbiamo più lenzuola, coperte e cuscini. Ci sono troppi pazienti e non riusciamo a gestirli».



Una situazione ai limiti del collasso, confermata anche dal medico che ha visitato Giovanna, “professionale e preparato” ha assicurato la donna. «Qui al policlinico Umberto I nelle ore serali e notturne dobbiamo curare in media 90 persone con 2 soli medici – sostiene il personale sanitario tra i corridoi - Non ce la facciamo più. E adesso con il caldo in aumento la situazione del Pronto Soccorso peggiorerà sicuramente».



Alle 5.30 del mattino finalmente Giovanna, confortata dalla buona assistenza medica ricevuta, è uscita dall’ospedale con una diagnosi rassicurante e un appuntamento fissato alla prossima settimana per i controlli della cura.



Resterà il ricordo di una nottata trascorsa nel disagio, in compagnia di senza fissa dimora che nelle sale del pronto soccorso trovano spesso rifugio e la consapevolezza che all’elevata professionalità dei medici non corrisponde un servizio sanitario degno di questo nome.