Accatastati in un magazzino intestato al 54enne c'erano anche una lucerna in terracotta, tegolini di argilla rosata e, soprattutto frammenti di sculture antiche e un vaso intagliato. Secondo gli investigatori, gli oggetti erano «importanti testimonianze di epoca romana e potrebbero essere provento di scavi clandestini», come si legge in un verbale redatto dagli operanti.
IL SEQUESTRO
Così, è scattato il sequestro, e Della Polla è stato denunciato in Procura. Interrogato, l'imputato ha dichiarato che alcuni reperti erano stati rinvenuti in località Tor Bella Monaca, almeno 20 anni fa. Erano riemersi durante i lavori di scavo per la costruzione di una chiesa. «Non ho denunciato nulla alla Soprintendenza perché non ritenevo che si trattasse di qualcosa di valore storico o artistico - ha dichiarato Della Polla - pensavo fossero oggetti senza valore, come quelli che spesso si trovano durante le escavazioni». A detta dell'imputato, inoltre, la responsabilità della maggior parte dei ritrovamenti sarebbe da attribuire ad un dipendente della ditta, rimasto vittima di un incidente 6 anni fa: «I sarcofaghi e gli altri oggetti sequestrati furono trovati da un mio dipendente che è deceduto nel 2009 durante un incidente in cantiere. Vennero rinvenuti nel corso dei lavori di sbancamento per una costruzione in via Lumezzane, zona Prima Porta. La località esatta si chiama Pietra Pertusa». A detta del 54enne, i materiali vennero poi accatastati dal dipendente in un magazzino, e furono dimenticati. La tesi difensiva, però, non ha retto: Della Polla è stato condannato.