Roma Termini, nella prostituzione coinvolto anche un parroco: padre Placido adescava minori per 40 euro

Roma Termini, nella prostituzione coinvolto anche un parroco: padre Placido adescava minori per 40 euro
di Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Maggio 2015, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 13:17

Dalle sue vittime si faceva chiamare il “Bambino”. Padre Placido Greco, detto Dino, il parroco di Vallebona fermato ieri dalla Polizia ferroviaria, adescava i ragazzini rom su via Giolitti, o vicino ai binari di Termini. Offriva più degli altri clienti. 40-50 euro per una prestazione sessuale consumata a casa sua, a Fiumicino, oppure a bordo dei treni fermi in stazione.

Nella parrocchia del Viterbese che gli era stata affidata tre anni fa, dopo alcuni problemi con la giustizia avuti in provincia di Cosenza, si faceva vedere solo la domenica.

La sua vita nascosta era nella casa di Fiumicino. È qui che, secondo gli inquirenti, portava i baby prostituti. È qui che gli inquirenti hanno trovato oltre 1.700 immagini di materiale pedo-pornografico. E in alcuni scatti compare lo stesso sacerdote, in compagnia di quattro minorenni.

LE TARIFFE

Padre Dino offriva più degli altri clienti. A un ragazzo romeno di 16 anni ha dato 50 euro per un incontro a luci rosse nel suo appartamento. A un altro di 17 anni, sempre romeno, ne ha offerti 40, per un rapporto consumato a bordo di uno dei treni in sosta.

Gli altri frequentatori del giro, ai ragazzi di vita, davano molto meno. «C'ho uno fisso che me vie' con 10 euro e me lo tengo, hai capito, anzi te volevo fa vedere chi era, almeno ci andavi pure te!», dice un indagato a un altro cliente. Perché questi professionisti, pensionati, negozianti a caccia di sesso con i minorenni tra i binari di Termini spesso si conoscevano e si divertivano a parlare delle proprie prestazioni sessuali.

«L'HO VISTO SULLE SCALE»

«Io sto andando via perché ho appena fatto al binario 29 con un ragazzo che era qui alle scale mobili……», dice uno degli arrestati di ieri mentre parla al telefono con un altro habitué della stazione. «Ma senti, io ti volevo sentire, l'altro giorno sò stato benissimo! Tu? Ti è piaciuto?», chiede uno degli arrestati a un altro cliente, che risponde di sì. «Sì poco o sì tanto?». «Certo che sì!». «Ah... certo che sì, va bene… vabbè, un bacio».

Alcuni, tra i clienti dei baby prostituti, avevano capito che la polizia si stava muovendo. Anche se l'unica cosa che sembrava davvero turbarli era la possibilità che i controlli mettessero fine ai loro divertimenti perversi. «C'è un sacco di Polizia, mò si so' presi tutti i ragazzini e l'hanno portati tutti all'ufficio…», dice uno degli indagati a un conoscente. Che risponde: «Ma veramente?». «Uh! Tanti in borghese… tanti di qua, tanti di la». «Quindi non si fa più niente?». «C'è stata la retata amò… la retata c'è stata!». «Uhm! Quindi non si fa più niente, adesso…». «Non amò… c'è un sacco di controllo!».

«SIAMO RIMASTI SOLI?»

Un'altra delusione, per i frequentatori dei prostituti minorenni, è arrivata con la decisione delle Ferrovie di chiudere con le transenne una parte della stazione, facendo accedere ai binari solo i possessori del biglietto. La chiusura infatti avrebbe potuto impedire ai clienti di avvicinare i minori. Uno degli intercettati sembra sconsolato: «Così rimaniamo proprio soli, eh?».