Roma, tassista violento ancora al lavoro: servono settimane prima di una decisione

Roma, tassista violento ancora al lavoro: servono settimane prima di una decisione
di Riccardo Tagliapietra
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Venerdì 3 Aprile 2015, 17:30 - Ultimo aggiornamento: 19:38
Il tassista che ieri ha aggredito Antonio Cavallaro, 64 anni, in piazza Barberini, oggi era al lavoro.





La sua licenza è passata anche per piazza Barberini, proprio dove giovedì era avvenuto il pestaggio di Cavallaro che si era fermato per comprare le medicine al figlio disabile. Il tassista ha trasportato come nulla fosse clienti da una parte all'altra della città. E lo farà per le prossime settimane. I tempi della burocrazia, infatti, in questo caso sono biblici.



Il procedimento. La legge, per i tassisti, prevede un iter molto complicato, spiegano adgli uffici del Comune. Prima il Dipartimento deve acquisire il verbale. Non importa che l'autista in questione sia un violento, magari con problemi di droga o di alcol alle spalle, visto che spesso i comportamenti violenti improvvisi sono associati dalla medicina forense all'assunzione di sostanze psicotrope. Nessuna verifica in questo senso viene fatta nell'immediatezza del fatto.



Tempi di reazione. Tribunale, polizia di Stato e carabinieri,
«hanno differenti tempi di reazione», quindi le carte (dopo la denuncia del reato) arrivano con una tempistica ogni volta diversa.



L'esame della commissione. Una volta arrivato il "verbale", il caso deve passare al vaglio della Commissione di garanzia, che dà parere obbligatorio ma non vincolante. Passano settimane. A questo punto la questione torna al Dipartimento che emette la sanzione e invia tutto l'incartamento al giudice delle indagini preliminari. Il tassista ovviamente ha diritto alla difesa.



Poi in tribunale. Il gip, una volta ricevuto il fascicolo, lo esamina e se è tutto regolare convalida la sanzione e la invia al tassista. Morale: dal fatto al provvedimento passano anche due mesi. Anche se il tassista - come in questo caso - è reo confesso, filmato in un video e visto ad numerosi testimoni.



Minacce e scimitarre. L'esempio è quello del tassista con la scimitarra che lo scorso 15 marzo ha minacciato e aggredito un collega davanti alla stazione Termini, affollata di telecamere e turisti.
L'autista è sempre stato al lavoro e lo è ancora oggi. Nonostante il comportamento violento dimostrato davanti a tutti. E così l'aggressore del povero Cavallaro, continuerà a trasportare clienti a spasso per la città, in attesa che una giustizia inesorabilmente lenta e fuori tempo, gli dia torto, o ragione.
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