Roma, indagine Atac sullo sciopero Tpl: gli autisti rischiano il licenziamento

Roma, indagine Atac sullo sciopero Tpl: gli autisti rischiano il licenziamento
di Laura Bogliolo
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Sabato 18 Aprile 2015, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 14:46

Fascia di garanzia non rispettata, sciopero iniziato prima delle 8.30, convogli che si fermano alle stazioni senza proseguire fino al capolinea. Potrebbero essere licenziati i macchinisti della metropolitana che ieri avrebbero iniziato lo sciopero prima dell'orario stabilito, scatenando il panico tra migliaia di passeggeri. L'Atac ha subito avviato un'indagine interna e ha predisposto una relazione da inviare all'Autorità Garante dello Sciopero. «Se nel corso dell'analisi dei fatti dovessero emergere comportamenti difformi da ciò che prevedono le norme sul diritto di sciopero - ha sottolineato il Presidente di Atac Roberto Grappelli - l'azienda procederà con sanzioni esemplari». Tra queste, una volta accertati i comportamenti scorretti, anche la possibilità di arrivare al licenziamento.

LA RABBIA

Passeggeri infuriati che non vogliono abbandonare i vagoni e le stazioni della metro, due macchinisti aggrediti ad Arco di Travertino e Re di Roma, treni che si fermano alle stazioni, infine la richiesta ai passeggeri di «evacuare» i treni, mentre in tutta la città il traffico è andato in tilt.

Impossibile anche tentare di salire su un bus: pochi quelli in giro e stracolmi. «Menategli!» gridava una donna alla stazione metro di Re di Roma contro il macchinista che ha fermato il treno rischiando il linciaggio da parte dei passeggeri. Il racconto del venerdì nero dei pendolari è sempre lo stesso: «Lo sciopero è iniziato prima delle 8,30 e se si riusciva a salire sui vagoni affollati poco dopo i macchinisti facevano scendere chiedendoci di abbandonare i treni». Ma per prassi i treni devono arrivare fino al capolinea una volta partiti. Il caos maggiore alla stazione Anagnina: ressa sui binari, alle 8,15 i pendolari sono sicuri di poter salire ancora a bordo dei treni, perché lo sciopero non è iniziato. E invece niente, non si parte, nonostante i biglietti siano già timbrati. La folla allora sale sui treni, non vuole scendere. Ostaggi sotto le viscere della terra. Poco dopo arriverà un altro treno che però fermerà a Cinecittà. «Il macchinista è sceso e fuggito tra i binari» il racconto dei pendolari. Al macchinista sarebbe stato dato ordine di fermarsi dalla centrale di controllo e di non proseguire la corsa. «Come faccio a tornare indietro? Questi me menano» avrebbe detto il macchinista in un audio registrato. Anche qui la rabbia esplode e i passeggeri restano sui convogli a luci spente. Ad alcuni pendolari viene anche consegnato un foglio, «nel quale si spiega che il servizio ha subito un blocco dovuto a interruzione causa sciopero dalle ore 8.15» raccontano. É stato necessario l'intervento di polizia e dei militari. Sul posto anche i vertici dell'Atac che si sono scusati, confermando che l'indagine interna è stata avviata e «avrà l'obiettivo di appurare l'accaduto anche per poter individuare iniziative a tutela dei diritti dei passeggeri». Poco dopo poi la chiusura dei cancelli della linea A, chiusa anche la Roma-Lido e caos fino a notte per la nuova fase dello sciopero. In serata, rallentamenti anche a Porta Maggiore a causa dei bus che tornavano al deposito.

LE REAZIONI

Treni in corsa che si bloccano alle fermate allo scoccare delle 8,30 e una voce che chiede ai passeggeri di scendere, di «evacuare i treni». Caos a Cinecittà, ma anche alle stazioni Arco di Travertino, Ponte Lungo, Barberini. «A Ponte Lungo il treno si è fermato, una voce ha chiesto a tutti di scendere, ma io sono rimasta seduta: so che i treni sono obbligati ad arrivare fino al capolinea» racconta Monica che poi ha proseguito il suo viaggio. «Il diritto di sciopero deve essere garantito, ma anche il diritto dei cittadini a muoversi. Non accettiamo questi comportamenti» il commento del sindaco Ignazio Marino. «C'è il diritto di sciopero - ha detto l'assessore Guido Improta - ma deve essere regolato e uno dei fattori di regolazione è la corretta e tempestiva informazione ai cittadini con i quali non posso che scusarmi sapendo che le scuse servono a poco per chi ha avuto una giornata di lavoro ostacolata». Atac ha precisato «che non possono essere escluse, tra le motivazioni che hanno scatenato i disagi, le difficoltà di accettazione da parte di alcune sigle sindacali della piattaforma riorganizzativa che l'azienda ha recentemente varato e che mira a recuperi di produttività, facendo aumentare le ore effettive di guida dei macchinisti dalle 736 alle previste 950 all'anno». Il Codacons, inoltre ha annunciato un esposto in Procura eall'Authority, sottolineando che «secondo molti utenti il servizio sulla metro A sarebbe stato interrotto a partire dalle ore 8,15, anziché dalle ore 8,30 come previsto». E ipotizza interruzione di pubblico servizio e violenza privata. Secondo l'Ugl lo sciopero ha coinvolto tra il 30 e il 40% dei dipendenti. L'assessore ai trasporti parla di «un'adesione allo sciopero di 82 lavoratori su un totale di 560 addetti in servizio, con una percentuale del 14,6% di aderenti». E intanto ieri la città è andata in tilt: un venerdì 17 da dimenticare.

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