Roma, raid contro un romeno: «Vai fuori dall'Italia». E gli tagliano due dita

Roma, raid contro un romeno: «Vai fuori dall'Italia». E gli tagliano due dita
di Marco Pasqua
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Mercoledì 3 Giugno 2015, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 16:35
Lo hanno rincorso in strada, in pieno giorno, urlando insulti e minacciandolo di morte, fino ad assalirlo con un coltello e ad amputargli due dita. «Sporco rumeno, vattene via», gli hanno gridato, durante un raid razzista avvenuto a San Giovanni, dietro a piazza Tuscolo, davanti agli sguardi terrorizzati dei passanti. «Sembrava di essere in un film horror», hanno riferito dei testimoni oculari: «Quell'uomo aveva le mani insanguinate e scappava da un branco inferocito e impazzito».



Protagonisti dell'assalto sono tre giovani romani, che, secondo gli inquirenti sarebbero vicini agli ambienti della destra estrema e che ora si trovano in stato di arresto con l'accusa di tentato omicidio, lesioni gravissime, resistenza a pubblico ufficiale e violazione della legge Mancino. Tutti sono risultati positivi ai test per la cocaina e i cannabinoidi.

I fatti sono avvenuti ieri mattina, poco dopo le 8.30, nei pressi di un bar di via Britannia. I tre ragazzi, spalleggiati, forse, da un quarto giovanissimo (la cui posizione è attualmente al vaglio dei carabinieri), hanno iniziato ad insultare senza motivo R.N., un rumeno di 33 anni, che a Roma svolge lavori saltuari. «Te ne devi andare via, sei uno sporco immigrato, non ti vogliamo in Italia», gli hanno detto. Lui non ha reagito ma questo non è servito ad evitargli che i tre lo rincorressero, brandendo bastoni e cocci di bottiglie, tra decine di testimoni che hanno assistito sbigottiti all'inseguimento.



LA FUGA NEL PANIFICIO La vittima si è dapprima fermata a bussare alla caserma dei carabinieri, chiedendo aiuto, ma visto che gli aggressori si avvicinavano minacciosamente ha continuato la sua fuga, riparandosi in una vicina panetteria. «E' corso dentro e si è chiuso in bagno», racconta un testimone. Ma neanche davanti ad una porta e alle grida dei presenti la furia del branco si è placata. Dopo aver afferrato un coltello dalla lama lunga, utilizzato dai panettieri, hanno buttato giù la porta: la vittima, a quel punto, è scappata fuori e ha impugnato a sua volta un mattarello nel vano tentativo di difendersi.



E proprio mentre cercavano di colpirlo alla gola, evidentemente per sgozzarlo, gli hanno amputato parzialmente due dita. «Il ragazzo è uscito di corsa dal locale, tra le urla della folla: è allora che sono arrivati i carabinieri – spiega un testimone – che hanno subito cercato di fermare i tre». «I carabinieri non ci fanno niente», hanno gridato spavaldi gli aggressori. I militari hanno dovuto faticare non poco per placare la loro furia e per riuscire a immobilizzarli: «Se non fossero arrivati in tempo, quell'uomo sarebbe sicuramente stato ucciso davanti a tutti».



LA CONFESSIONE I tre arrestati (due di 25 e un terzo di 21 anni) hanno precedenti penali per rissa, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, oltre che per invasione di campo nel passato campionato di calcio. Uno di loro ha confessato l'aggressione xenofoba, vantandosene davanti a tutti: «Sono stato io a tagliargli le dita», ha detto il giovane, che era visibilmente alterato dalla droga assunta.