Roma, manifestazioni permesse in 9 piazze da Ostiense a Repubblica: pronta la direttiva del Prefetto

Roma, manifestazioni permesse in 9 piazze da Ostiense a Repubblica: pronta la direttiva del Prefetto
di Simon Canettieri e Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Giugno 2015, 05:49 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 10:06
La direttiva è stata già firmata e inviata alle forze dell'ordine. Così l'annunciata stretta del prefetto Franco Gabrielli su cortei e manifestazioni che quasi quotidianamente mettono kappaò il traffico nel centro storico della Capitale potrà entrare in vigore. Sono 9 le piazze dove d'ora in poi verranno concentrate tutte le manifestazioni che non superano i 10mila partecipanti. Oltre a piazza Santi Apostoli, proprio davanti agli uffici della Prefettura, le dimostrazioni si potranno svolgere anche in piazza della Repubblica, piazza del Popolo, Bocca della Verità, piazza Barberini, piazza Navona e piazzetta San Marco (dietro piazza Venezia). Allontanandosi dal Tridente - e quindi dalla gran parte dei palazzi istituzionali - sono state inserite nell'elenco della Prefettura anche piazza San Giovanni e piazzale dei Partigiani, a Ostiense.



Nella direttiva verranno inseriti anche una serie di itinerari-tipo per i cortei, sul modello di quelli del protocollo siglato con i sindacati nel 2009. Sei gli schemi elaborati: da Piazza della Repubblica a Piazza del Popolo, da piazza della Repubblica a piazza di Porta San Giovanni, da Piazzale dei Partigiani a San Giovanni, da Bocca della Verità a Piazza Navona, da Bocca della Verità a via di San Gregorio, da piazzale dei Partigiani a via di San Gregorio.



ANTI-TRAFFICO

Il principio attorno a cui ruota il provvedimento che venerdì scorso Gabrielli ha illustrato al Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza è che «bisogna coniugare il pieno esercizio del diritto a manifestare con altri diritti primari della cittadinanza, pure costituzionalmente garantiti, come quelli alla circolazione, all'esercizio delle attività lavorative e alla fruibilità della Città in condizioni pacifiche e di sicurezza».



Insomma, tutti devono essere liberi di manifestare ma senza che la città vada in tilt. Le statistiche d'altronde parlano chiaro: a Roma, in media, ogni anno si svolgono circa 2mila manifestazioni. L'anno scorso, per fare un esempio, il Comune ha autorizzato 600 presidi mentre 1.400 dimostrazioni hanno ottenuto il via libera dalla Questura. Significa che ogni giorno nella Capitale si svolgono contemporaneamente circa 5 dimostrazioni tra cortei, picchetti, presidi e sit-in. Impossibile che non ci siano ricadute sul traffico. Ecco perché il prefetto Gabrielli ha deciso di intervenire con una direttiva ad hoc.

Innanzitutto, per evitare ingorghi, si è deciso di limitare le manifestazioni mobili al week-end: dal lunedì al venerdì non saranno più autorizzati cortei, chi vorrà sfilare per la città potrà farlo solo sabato e domenica, per far sì che la circolazione non vada in panne durante i giorni lavorativi.

Il provvedimento prevede poi che le manifestazioni possano svolgersi in forma di corteo solo se hanno un rilievo nazionale e solo se è prevista la presenza di «un numero rilevante» di persone, almeno 10mila partecipanti. In tutti gli altri casi, «le riunioni pubbliche potranno avvenire in forma statica (presidi e sit-in)» ma solo in un numero limitato di piazze del centro storico, vicine alle sedi istituzionali, per garantire comunque agli interessati di manifestare con la massima evidenza.



I RESIDENTI

Non tutti i luoghi della lista però hanno accolto il favore dei residenti. Per la presidente dell'associazione Abitanti del Centro storico, Viviana Di Capua, «nell'elenco sono finiti luoghi vincolati, che bisognerebbe tutelare. Penso per esempio a piazza Navona e piazza Barberini. È giusto che i cittadini manifestino vicino ai palazzi del potere, ma bisogna anche difendere i monumenti».

Alcune manifestazioni in realtà potranno svolgersi anche in periferia. La short-list delle piazze elaborata dalla Prefettura infatti non riguarderà le manifestazioni di carattere locale, che si potranno svolgere anche in aree decentrate.



IL QUESTORE

A decidere quali eventi potranno tenersi in forma di corteo e quali come presidio fisso, prevedendo in anticipo, caso per caso, l'affluenza e l'ampiezza delle dimostrazioni sarà la Questura, che avrà un ruolo determinante nella riorganizzazione delle manifestazioni. Il piano della Prefettura infatti è principalmente un atto «di indirizzo», mentre tutti gli aspetti operativi verranno gestiti dal questore Nicolò D'Angelo.

Il provvedimento sarà operativo subito dopo la firma di Gabrielli. In questo modo potrà essere testato in anticipo rispetto all'inizio del Giubileo, quando sono attesi a Roma circa 25milioni di pellegrini. Anche se queste misure, ha spiegato Gabrielli, non sono state pensate solo per l'Anno santo straordinario: «A Roma tutti giorni è un Giubileo».